> > Notte della Taranta, il Concertone fra luci e qualche ombra 

Notte della Taranta, il Concertone fra luci e qualche ombra 

thumbnail img 6103

Il pubblico in delirio coi tamburi, l’orchestra e il corpo di ballo: quando la vera pizzica salentina “sale”  sul palco, sono loro ad unirsi in un’esplosione di gioia e di festa, a ritmo di tamburi, sotto lo “stesso cielo di Melpignano”: sabato scorso oltre 150.000 persone, di fronte all’ex convento degli Agostiniani, hanno partecipato alla Notte della Taranta 2025, giunta alla sua ventottesima edizione. Un successo che tuttavia non si può leggere solo coi numeri.

Un’edizione fra tante luci e qualche ombra. Fra le interpretazioni che richiamano la vecchia tradizione della Taranta ci sono Antonio Amato, Enza Pagliara, il Canzoniere greco salentino che ha suonato la Pizzica indiavolata, Giancarlo Paglialunga, ma soprattutto l’inarrivabile Antonio Castrignano’ che interpreta, fra l’altro, Funtana gitana.

Alla vigilia del Concertone, in un pomeriggio assolato, incontriamo in una Melpignano ancora deserta, uno dei fondatori del festival di musica popolare, Maurizio Agamennone , etnomusicologo e antropologo.

La conversazione con lui, amante della pizzica nella sua “purezza”, non nasconde critiche alla direzione intrapresa dalla Taranta negli ultimi anni. Secondo alcuni analisti , d’altronde, il festival si sta contaminando troppo, “piegandosi alla logica del business dei grandi artisti”.  A nostro avviso, le esibizioni sul palco di Settembre e Serena Brancale ne sono un esempio.

Detto questo , è altrettanto vero che le contaminazioni non possono e non debbono spaventare. Nell’edizione numero 28 colpisce positivamente  l’esibizione di Ermal Meta, che ha cantato “Lule lule” (fiori fiori in lingua arbereshe). La sua voce e la sua interpretazione, a nostro avviso, danno la giusta impronta alla Taranta che, come dice il direttore Massimo Bray, si intreccia con altre tradizioni del mondo perché “la musica e la danza non conoscono confini”.

E proprio quando danzatori e musicisti dell’Orchestra diretta da David Krakauer rievocano il ritmo autentico della pizzica e lo trasformano in “un’energia vitale per il presente”, e’ proprio lì che la Taranta emoziona e riesce a trascinare il pubblico in una festa di musica, ritmo e danza.

All’una di notte lo spettacolo (non) finisce. Si chiude il sipario del Concertone ma non quello di Melpignano: dalle 2 di notte, mentre gli adulti e le famiglie rincasano (fra di loro, in carrozzina c’è Teresa, 74 anni, che si è fatta portare fin qui per godere dello spettacolo della Taranta), i più giovani restano e continuano a ballare la pizzica. La notte per loro è appena cominciata.