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Le nuove disposizioni per gli italo-discendenti
Il recente decreto sulla cittadinanza italiana, approvato dalla Camera con un voto di 137 favorevoli, 83 contrari e 2 astenuti, introduce una serie di modifiche significative per gli italo-discendenti. La principale novità riguarda la stretta sugli avi: d’ora in poi, solo coloro che hanno almeno un genitore o un nonno nato in Italia potranno acquisire la cittadinanza italiana per ‘ius sanguinis’.
Questo significa che la possibilità di ottenere la cittadinanza si limita a due generazioni, escludendo quindi i nipoti e i discendenti più lontani.
Inoltre, i genitori o i nonni devono aver avuto, al momento della nascita del richiedente, esclusivamente la cittadinanza italiana o essere stati residenti in Italia per almeno due anni continuativi. Questa misura si applica anche a chi è nato all’estero prima dell’entrata in vigore del decreto, creando una situazione di incertezza per molti italo-discendenti.
Minori stranieri e apolidi: nuove opportunità
Un altro aspetto rilevante del decreto riguarda i minori stranieri o apolidi. Questi ultimi, se discendenti da genitori italiani, possono diventare cittadini italiani a condizione che i genitori o il tutore esprimano la volontà di acquisire tale status. È fondamentale che, dopo la dichiarazione, il minore risieda legalmente e continuativamente in Italia per almeno due anni. Questa disposizione mira a facilitare l’integrazione dei minori, garantendo loro un futuro più stabile nel nostro Paese.
Decreto flussi e riacquisto della cittadinanza
Il decreto introduce anche modifiche al decreto flussi, consentendo l’ingresso e il soggiorno per lavoro subordinato agli stranieri residenti all’estero che sono discendenti di cittadini italiani. Questa misura è particolarmente significativa per coloro che provengono da Stati con rilevanti flussi di emigrazione italiana, poiché offre loro opportunità di lavoro e integrazione.
Infine, è stata introdotta una norma che consente il riacquisto della cittadinanza per chi è nato in Italia o vi ha risieduto per almeno due anni consecutivi e ha perso la cittadinanza a causa dell’acquisto di un’altra nazionalità. Per il riacquisto è previsto un contributo di 250 euro, una misura che potrebbe incentivare molti a tornare a essere cittadini italiani.