Omicidio al pub di Grottaferrata, oggi i funerali di Alessio Di Pietro

Morire a 20 anni, con un coltello piantato nel cuore. Una birra con la fidanzata e un'altra coppia di amici, nel frequentato pub dei giovani dei castelli romani, il Derby's, a via XXIV Maggio, Grottaferrata. Una vita spezzata, una vita ancora tutta da vivere quella di Alessio Di Pietro. Quella ...

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Morire a 20 anni, con un coltello piantato nel cuore.

Una birra con la fidanzata e un’altra coppia di amici, nel frequentato pub dei giovani dei castelli romani, il Derby’s, a via XXIV Maggio, Grottaferrata.

Una vita spezzata, una vita ancora tutta da vivere quella di Alessio Di Pietro. Quella vita, invece, se la è portata via la violenza di un attimo, tanto in fretta da non avere neppure il tempo di capire, di lottare lì tra le braccia di chi lo ha soccorso.

Una venerdì sera come tanti altri, che si trasforma in tragedia per aver urtato all’ingresso del locale altri due ragazzi. Qualche parola di troppo, gli sguardi che si cercano tra i tavoli stizziti e un labiale che non lascia spazio a interpretazioni: “ci vediamo fuori”. E’ circa l’ 1.45 di notte quando Alessio e altri due amici si allontanano per fumarsi una sigaretta fuori al pub, nessuno ha l’intenzione di farsi male, eppure in pochi minuti dallo scontro verbale si passa a bicchieri e bottiglie di vetro rotte, usate come armi.

Nella rissa rimane gravemente ferito l’amico 28enne di Alessio, un ragazzo di Frascati in procinto di diventare padre riverso a terra con una profonda lacerazione all’addome. Portato d’urgenza al Policlinico di Tor Vergata è stato operato e le sue condizioni sono migliorate progressivamente, anche se il colpo infertogli gli ha sfiorato il cuore di pochi millimetri.
Alessio invece viene colpito tre volte con un coltello, alle braccia e al torace anche lui, solo che l’ultimo fendente arriva fino al cuore, lo trapassa e resta lì, conficcato in pieno petto.

Per lui non ci sono speranze, muore poco dopo essere stato trasportato all’ospedale, nonostante i soccorsi siano stati allertati tempestivamente sia dal gestore del locale che dai carabinieri di Frascati accorsi dopo le segnalazioni ricevute.

Un’aggressione per futili motivi, una violenza innata di chi si è macchiato le mani del sangue del giovane Alessio. Perchè non si può andare a bere una birra con un coltello in tasca. Non si cerca il divertimento di una sera, la chiacchierata tra amici, no.

Se cominci una rissa sapendo di avere un coltello in tasca e usando bottiglie rotte per colpire chi ti si para davanti, allora vuol dire che vuoi uccidere.
I 5 ragazzi fermati nella periferia romana di Tor Bella Monaca, tutti con un ‘età compresa tra i 20 e i 30 anni, con l’accusa di omicidio e di tentato omicidio, erano già note alle forze dell’ordine. Determinanti per le identificazioni sono state le dichiarazioni delle fidanzate delle vittime, che hanno assistito impotenti alla tragedia.

Alessio era incensurato, aveva smesso di studiare e di giocare a calcio, ma si arrangiava con qualche lavoretto nell’attesa di trovare la propria strada, come tutti i suoi coetanei di 20 anni.

Oggi pomeriggio alle ore 15 ci sono stati i funerali nel paesino di Santa Maria delle Mole, frazione di Marino,dove Alessio viveva con i genitori e il fratello minore. La chiesa della Natività della Beata Vergine Maria era gremita, in molti sono restati fuori nella piazza centrale tra via Maroncelli e via della Repubblica, chiusa momentaneamente al traffico locale, tanti ragazzi e ragazze sotto la pioggia battente, che sembrava voler nascondere le lacrime di quanti hanno pianto la scomparsa di Alessio.

In questi casi, come in tutte le vicende in cui restano coinvolti dei giovani, ci si chiede il perchè, il come sia potuto accadere. La perdita di un figlio, di un amico, di un fratello, del ragazzo di cui si è innamorate, non sarebbe comunque meno dolorosa se qualcuno trovasse una risposta. Ciò che è assurdo è che dei delinquenti, senza freni morali e razionali, siano messi nella condizione di poter uccidere pur avendo nomi già conosciuti a polizia e carabinieri per altri reati ( pare che gli aggressori fossero amici di Alessandro Sardelli, noto come “Svastichella” che il 12 Maggio del 2009 aveva aggredito, smepre con i cocci di vetro di una bottiglia, una coppia omosessuale al Gay Village di Roma).