ONU contro l’accordo Italia - Libia sui migranti

La portavoce ONU Carlotta Sami contraria all'accordo fra Italia e Libia sui migranti: sono persone che hanno diritto alla protezione internazionale. Italia e Libia, nella persona dei rispettivi premier Paolo Gentiloni e Al Serraj, hanno sottoscritto in settimana un memorandum di collaborazione. I d...

La portavoce ONU Carlotta Sami contraria all’accordo fra Italia e Libia sui migranti: sono persone che hanno diritto alla protezione internazionale.

Italia e Libia, nella persona dei rispettivi premier Paolo Gentiloni e Al Serraj, hanno sottoscritto in settimana un memorandum di collaborazione. I due Paesi, d’ora in avanti, lotteranno fianco a fianco per contrastare l’immigrazione clandestina e il traffico di esseri umani. Nel frattempo, dal vertice della Valletta, a Malta, sono arrivati il plauso e la promessa di un concreto sostegno da parte di tutti i leader europei. Ma le Nazioni Unite frenano.

A mostrarsi critica è stata l’UNHCR, l’agenzia ONU per i rifugiati. In un’intervista pubblicata da Repubblica sabato scorso, Carlotta Sami, portavoce per il Sud Europa, ha espresso tutti i suoi dubbi in modo molto esplicito.

“Siamo contrari all’accordo”, ha dichiarato, perché “l’Europa vorrebbe replicare il modello messo in atto con la Turchia (accordo con Ankara per bloccare i migranti prima dell’ingresso in Europa, ndr)”, ma si tratta di una “follia”. “La Libia non è un Paese sicuro”.

‘Buona parte di coloro che fuggono avrebbe diritto alla protezione internazionale’

“Ho a cuore i diritti”, ha proseguito Carlotta Sami, la quale ha poi evidenziato che il memorandum Italia Libia parla di “migranti illegali”, “mentre in realtà buona parte di coloro che fuggono avrebbe diritto alla protezione internazionale. Nel 2016 il 38% dei richiedenti l’ha ottenuta”. “Cercare protezione non è illegale”, ha ricordato la portavoce ONU, “ma anzi è un diritto, e ignorare la cosa significa venir meno alle proprie responsabilità di accoglienza”.

Il problema, secondo l’ONU, è che la Libia non è un Paese sicuro. “Non è un approdo in cui si possa rimpatriare chi cerca asilo, è instabile, sul suo suolo sono praticate violenze e torture, non ha firmato la Convenzione di Ginevra”. Carlotta Sami ha poi negato ogni coinvolgimento dell’UNHCR per il miglioramento dei centri di accoglienza. “Mi risulta piuttosto che abbiamo più volte espresso preoccupazioni e che ci siamo detti contrari a qualsiasi accordo con la Libia”.

L’alternativa, secondo l’ONU, è rappresentata dalla “apertura di corridoi umanitari” e dal “funzionamento effettivo dei ricollocamenti già approvati in teoria dall’Europa”, non si può procedere pensando di “spingere al di fuori chi ha diritto a un aiuto degno”.