> > Orban in versione queer, l'opera di Laika a Budapest prima del Pride

Orban in versione queer, l'opera di Laika a Budapest prima del Pride

Budapest, 27 giu. (askanews) – Nel centro di Budapest all’alba è apparso un nuovo poster firmato dalla street artist Laika. “Another Hungary is Possible (“Un’altra Ungheria è possibile”) il titolo: l’opera raffigura il premier ungherese Viktor Orbàn in versione queer, con gonna e tacchi, mentre sventola una bandiera arcobaleno, come se sfilasse al Pride.

Sulla fine della gonna si legge la scritta “Free Maja”, in omaggio alla militante antifascista non-binary detenuta nel Paese. Un messaggio provocatorio lanciato dall’artista alla vigilia del Budapest Pride che il governo ungherese ha cercato di ostacolare.

Non è la prima volta che Laika prende di mira l’esecutivo di Orban: tra le sue opere più celebri, il poster che ritraeva l’eurodeputato Jozsef Szajer, suo fedelissimo, colto in fragrante all’interno di un’orgia omosessuale durante il confinamento da Covid, e Ila Resisti, a sostegno della militante antifascista Ilaria Salis, oggi eurodeputata. Le opere precedenti però erano state realizzate in Italia.

“La street art ha il potere di mostrare l’impossibile, l’utopico. Rappresentare Orban che marcia per i diritti civili è certo una provocazione, ma non atta a ridicolizzare. È più che altro un sogno: quello di un’Ungheria in cui il premier non demolisce lo Stato di diritto con leggi liberticide, non reprime le piazze, ma scende in strada accanto alla comunità LGBTQIA+. Un premier rispettoso dei diritti umani”, ha dichiara Laika.

Secondo l’artista, “l’Ungheria sta attraversando una preoccupante deriva autoritaria, con una progressiva erosione delle garanzie democratiche”. Laika ha denunciato la tolleranza, se non il sostegno, da parte del governo verso gruppi neofascisti come quello di HVIM (Sixty-Four Counties Youth Movement), a cui il premier ha concesso l’autorizzazione a sfilare nelle stesse vie del Pride.

A maggio, il Parlamento Europeo ha chiesto formalmente che il Budapest Pride si svolgesse senza ostacoli. “Tra i 20 Paesi firmatari della mozione non figura l’Italia, che invece – ha affermato l’artista – guarda con favore al ‘modello ungherese'”. “Essere qui oggi è un rischio, ma è anche necessario. È importante non solo per la comunità LGBTQIA+ ungherese, ma per quella di tutta l’Europa” ha concluso Laika.