**Pd: 'test' social Orlando, gli danno del 'giacobino 4.0' ma proposta è di Sanna Marin**

Roma, 6 dic. (Adnkronos) - "Un piccolo esperimento". Si intitola così il post di Andrea Orlando in cui spiega di aver fatto, appunto, un esperimento social. Ieri ha postato una proposta per il congresso del Pd. Proposta che ha ricevuto diverse reazioni compresa quella di dare all...

Roma, 6 dic.

(Adnkronos) – "Un piccolo esperimento". Si intitola così il post di Andrea Orlando in cui spiega di aver fatto, appunto, un esperimento social. Ieri ha postato una proposta per il congresso del Pd. Proposta che ha ricevuto diverse reazioni compresa quella di dare all'esponente dem del "giacobino 4.0", di essere uno che "fa scappare gli imprenditori". Ma Orlando rivela che la proposta messa sotto accusa non è sua ma è "tratta dalla dichiarazione di principi adottata nel 2020 dal 46esimo congresso del Partito Socialdemocratico finlandese che ha eletto Sanna Marin alla sua guida".

Scrive Orlando su Fb: "'Sovietismo', 'giacobinismo 4.0', 'un’impostazione che farebbe scappare gli imprenditori' mi ha scritto una nota studiosa che mi aveva intimato di aderire finalmente alla socialdemocrazia; 'n passo indietro rispetto a Togliatti', per un collega riformista; 'comunista', reiteratamente, gli insulti alla persona che sono il segno dell’assenza di argomenti, poi i consueti rilievi sulla competenza (i liberisti sono certi di essere portatori di verità dimostrate scientificamente e che qualunque tesi diversa dalla loro sia il frutto di ignoranza) e poi immancabile l’accusa di gattopardismo che ormai una certa stampa rivolge a qualsiasi ipotesi che non sia l’adesione, nei fatti, al terzo polo".

"Queste le principali reazioni a una mia 'proposta', formulata ieri, di emendamento alla carta fondamentale del Partito Democratico. Per la verità, la proposta non è mia. È tratta dalla dichiarazione di principi adottata nel 2020 dal 46esimo congresso del Partito Socialdemocratico finlandese che ha eletto Sanna Marin alla sua guida. Al netto delle notevoli differenze tra i due paesi, io penso che sia comunque una traccia utile per una riflessione. Le reazioni ci dimostrano, invece, il provincialismo del nostro dibattito da un lato, e l’insofferenza dei liberali nostrani per qualsiasi tipo di confronto sul tema del rapporto tra stato e mercato, nonostante i grandi cambiamenti in atto nel mondo abbiano già inciso su questo fronte.

Un’insofferenza che in alcuni casi raggiunge livelli di paranoia e di fanatismo inquietanti. Per nulla liberali".