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Pena di morte in Iran, i numeri record del 2023

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Il report sulla pena di morte in Iran è stato prodotto da due organizzazioni per i diritti umani

Nel corso del 2023 Teheran ha giustiziato almeno 834 persone, con un aumento del 43% rispetto all’anno precedente.

Iran, le condanne a morte nel 2023

Il rapporto è stato condiviso da Iran Human Rights (IHRNGO) e Together Against the Death Penalty (ECPM). Circa il 56% delle esecuzioni era legato alla droga, mentre un terzo è avvenuto per omicidio. “Il regime iraniano usa la pena di morte per prolungare la propria sopravvivenza” ha spiegato il direttore di Iran Human Rights, Mahmood Amiry-Moghaddam, aggiungendo “Abbiamo a che fare con un regime oppressivo, corrotto e incompetente a risolvere i problemi quotidiani della gente. Instillare la paura nella società è l’unico modo che il regime ha per mantenere il potere e la pena di morte è il suo strumento più importante. Aumentare il costo politico delle esecuzioni attraverso la pressione internazionale può rallentare la macchina omicida del regime. L’incoerenza della reazione della comunità internazionale alle esecuzioni in Iran è deplorevole e invia un segnale sbagliato alle autorità“.

Uccisi sei manifestanti

L’analisi fornita da IHRNGO e ECPM, che hanno rispettivamente sede in Norvergia e Francia, evidenzia anche il fatto che nel corso del 2023 sono state giustiziate sei persone in relazione alle proteste scatenate dalla morte di Mahsa Amini. “Instillare la paura nella società è l’unico modo che il regime ha per mantenere il potere, e la pena di morte è il suo strumento più importante“, ha dichiarato Mahmood Amiry-Moghaddam.

Le condanne legate alla droga

Nove esecuzioni sono state direttamente collegate agli attacchi alle forze di sicurezza durante le proteste del 2022. L’uso della pena capitale tuttavia è stato intensificato anche in relazione ad altre accuse. I casi legati alla droga hanno rappresentato, infatti, più della metà del totale, con 471 persone giustiziate. Il rapporto rileva inoltre che i membri delle minoranze etniche, in particolare i sunniti Baluch del sud-est dell’Iran, sono stati “ampiamente sovrarappresentati tra i giustiziati“. Almeno 167 membri della minoranza sono stati messi a morte, pari al 20% del totale lo scorso anno. I Baluch rappresentano circa il 5% della popolazione iraniana