Roma, 22 ott. (askanews) – “Investire in prevenzione è una necessità. La medicina deve essere di prossimità per arrivare meglio al cittadino, con pilastri quali stile di vita e comportamenti, uniti all’importanza degli screening. C’è un punto da sottolineare che è l’aspetto organizzativo socioeconomico. Intendo dire che dopo una diagnosi servono dettati di cura e un’attenzione prolungata verso il paziente, assistito da un punto di vista anche psicologico.
Il paziente non va tenuto fuori dal lavoro e dagli ambienti sociali. Poi la multidisciplinarietà, che riguarda il superare lo stacco tra medicina ospedaliera e quella cosiddetta territoriale. Ma purtroppo non si può non fare i conti con la carenza di personale. Siamo nella media Ocse ma la distribuzione degli addetti è inadeguata, abbiamo carenza di infermieri e ai cittadini le informazioni arrivano troppo poco. Si critica il ritardo nell’apertura di nuove case di comunità ma in quelle che abbiamo già il personale scarseggia. Pensiamo allora a un diverso riconoscimento economico per il personale sanitario. Poi sarebbe giusto escludere il capitolo prevenzione dai parametri del patto di stabilità. Serve ed è giusto perché la prevenzione può essere inquadrata come un investimento. Ho proposto questo al Ministero della Salute”. Lo ha detto Gian Antonio Girelli (PD), membro della Commissione Affari Sociali alla Camera, a Largo Chigi, format di Urania Tv.