Nomine Ue, nessun accordo tra i leader: verso il Consiglio straordinario

Il premier Conte auspica il superamento del "criterio degli Spitzenkandidaten. Questa è la prospettiva migliore per i nostri interessi".

Si è concluso con un nulla di fatto il vertice dei leader europei che avrebbe dovuto determinare le nomine per i top job dell’Unione.

Sulla questione “c’è stallo“, ammette il premier Giuseppe Conte, citato dall’Ansa. “È stato dato mandato a Tusk di parlare con i rappresentanti in Parlamento europeo per vedere di superare il criterio degli Spitzenkandidaten. Questa è la prospettiva migliore per i nostri interessi”. Quale sia la posizione dell’Italia in questi negoziati resta però ancora incerto, dal momento che il capo del governo ha sottolineato di “non voler scoprire le carte” prima del tempo.

Ciò che è certo è che il futuro presidente della Commissione europea dovrà essere “un candidato forte e autorevole”, ha concluso Conte. Ora tutte le trattative sono rimandate al vertice straordinario previsto per il 30 giugno.

Fumata nera

Anche il presidente uscente Jean Claude Juncker non ha nascosto le difficoltà incontrate dai leader europei nel corso delle trattative. Rivolgendosi ai giornalisti al termine del vertice, ha commentato scherzosamente: “Ho notato con molto divertimento e anche con un certo piacere che è difficile, molto difficile, trovare chi mi sostituisca“, riporta Repubblica.

La conferma della fumata nera è arrivata anche da Donald Tusk. I membri del Consiglio hanno avuto “una piena discussione sulle nomine, tenendo conto della posizione del Parlamento europeo”, ma “non hanno trovato una maggioranza su alcun candidato”. Al momento i leader lavorano su “un pacchetto di nomine“. Ora “le consultazioni andando avanti”, in attesa del vertice straordinario del 30 giugno ma anche dell’insediamento del Parlamento il 2 luglio.

I candidati

La prima nomina su cui è necessario trovare un accordo è quella del presidente della Commissione. Il Consiglio ha il compito di proporre un candidato condiviso, poi la palla passa al Parlamento a cui spetta l’elezione vera e propria. Il Ppe e Angela Merkel sostengono Weber, che però non ha l’appoggio di socialisti, liberali e del presidente francese Emmanuel Macron. Tra gli altri candidati nella rosa del Consiglio vi erano l’olandese Rutte e il belga Michel, ma, riporta il Corriere della Sera, durante il vertice tutti i dieci papabili sono stati accantonati.

Sembra che la stessa cancelliera tedesca abbia in più occasioni rifiutato l’invito alla presidenza.

L’Italia non compare tra i candidati ai top job. L’obiettivo del governo Conte è di assicurarsi un commissario forte in ambito economico. Tra i nomi che circolano in queste ore c’è quello del sottosegretario Giancarlo Giorgetti, che ha però commentato laconicamente: “Non so, non decido io”.