Carlo Calenda annuncia le dimissioni dal Pd: "Niente in comune con M5s"

Carlo Calenda lascia il Pd: l'annuncio tramite una lunga lettera indirizzata a Nicola Zingaretti e Paolo Gentiloni.

Carlo Calenda ha annunciato le proprie dimissioni dalla direzione del Pd dopo che il partito ha affidato a Nicola Zingaretti il mandato per dare vita, se ci saranno le condizioni, a un governo Pd-M5s.

Lo ha fatto attraverso una lunga lettera, indirizzata sia al segretario del partito che all’ex premier Paolo Gentiloni e pubblicata su Huffington Post.

Carlo Calenda, dimissioni dal Pd

Già nei giorni scorsi, Carlo Calenda aveva annunciato la propria volontà di lasciare il Pd nel caso in cui i dem avessero scelto di dare vita a un governo giallorosso.

Questa mattina, ai microfoni di Radio Capital, ha dichiarato: “Sarò coerente, dal primo giorno in cui mi sono iscritto al Pd ho detto che non sarei rimasto se ci fosse stato un accordo con i 5 stelle”.

La lettera

“Caro Nicola, caro Paolo, vi prego di voler accettare le mie dimissioni dalla direzione nazionale del Pd. È una decisione difficile e sofferta”, inizia così la lettera di Carlo Calenda. “Nell’ultimo anno e mezzo ho sentito profondamente l’appartenenza a un partito che, per quanto diviso e disorganizzato, consideravo l’ultimo baluardo del riformismo in Italia”.

L’esperienza nel Pd è stata “entusiasmante”, ma “dal giorno della mia iscrizione ho chiarito che non sarei rimasto nel partito in caso di un accordo con il M5s. La ragione è semplice: penso che in democrazia si possano, e talvolta si debbano, fare accordi con chi ha idee diverse, ma mai con chi ha valori opposti. Questo è il caso del M5s. Nell’ultimo anno sono stato molte volte in disaccordo con le decisioni del partito, ma ho sempre rispettato il volere della maggioranza.

Questo caso è differente. Stringendo l’alleanza con il M5S, il Pd rinuncia a combattere per le sue idee e i suoi valori. E questo non posso accettarlo”.

L’eurodeputato sottolinea che i dem e i pentastellati non hanno alcun punto in comune, “dall’Ilva alla Tav, da Alitalia ai Navigator. Un programma nato su omissioni di comodo non è un programma, è una scusa. Eviterò di commentare la decisione di cedere al diktat del M5s su Conte”.

Calenda continua ammettendo che “le elezioni sarebbero state una sfida difficile. Un governo di destra appariva senz’altro l’esito più probabile. Più probabile, ma non certo. Abbiamo visto in altri Paesi europei come la vittoria della destra, data per certa nei sondaggi sia stata poi smentita nelle urne. Sarebbe stata una bella battaglia”. A prescindere dagli accordi, conclude, “le elezioni arriveranno. Le avete solo spinte più in là di qualche metro.

Quando sarete pronti a lottare ci troveremo di nuovo dalla stessa parte. Con amicizia”.

Il commento di Orlando

Le dimissioni di Carlo Calenda sono state commentate dal vicesegretario del Pd Andrea Orlando: “È una decisione annunciata della quale non posso che essere dispiaciuto. Calenda è una personalità importante mi auguro ci siano delle condizioni perché ci possa riflettere. Il Pd è una comunità che sta discutendo dal 26 luglio. Nel frattempo gli scenari sono costantemente cambiati.

Mi auguro che Calenda possa essere tra i protagonisti della discussione”.