La Corte di Cassazione ha fissato per dicembre l’udienza relativa al processo Open Arms, che vede imputato Matteo Salvini per il presunto sequestro di persona durante il suo periodo da ministro dell’Interno. Sarà l’ultimo grado di giudizio in una vicenda che da anni alimenta il dibattito politico e giudiziario.
Processo Open Arms: impugnata l’assoluzione, ora tutto passa alla Cassazione
La vicenda giudiziaria che coinvolge Matteo Salvini per il caso Open Arms è approdata alla Cassazione con un “ricorso per saltum” presentato dalla Procura di Palermo, che ha voluto impugnare direttamente la sentenza di primo grado senza passare per l’Appello. Nel dicembre 2024 il Tribunale di Palermo lo aveva assolto dalle accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio, motivando che il fatto non sussisteva.
Con il ricorso, i pm contestano che il verdetto non abbia adeguatamente confutato i fatti contestati, ma si sia limitato a una errata interpretazione delle norme e delle convenzioni internazionali, in particolare rispetto all’obbligo di assegnare un porto sicuro (POS) alla nave. Se la Cassazione respingerà il ricorso, l’assoluzione diventerà definitiva; se invece lo accoglierà, la causa tornerà al giudice d’Appello per essere riesaminata secondo i principi stabiliti dai supremi giudici.
Tra gli elementi chiave richiamati nell’impugnazione c’è il precedente della nave Diciotti, per cui le Sezioni Unite civili della Cassazione hanno riconosciuto un obbligo di risarcimento nei confronti dei migranti trattenuti in attesa dello sbarco. I pm sostengono che la sentenza di primo grado su Open Arms sarebbe viziata da carenza motivazionale e da errata applicazione dei canoni di tutela della libertà personale e delle convenzioni internazionali.
Processo Open Arms, Salvini atteso in Cassazione: udienza a dicembre
“Ho saputo in queste ore che l’11 dicembre, 3 giorni dopo l’Immacolata, 14 giorni prima del Santo Natale, 3 giorni prima del compleanno di mia figlia, come regalo la sinistra mi manda a processo in Cassazione“, ha dichiarato il ministro Salvini.
Il leader della Lega ha sottolineato che il giudizio potrà concludersi in due modi: in senso favorevole, se l’assoluzione sarà confermata con la motivazione che non ha commesso alcun reato, essendosi limitato a difendere i confini e l’onore della nazione; oppure in modo avverso, qualora venisse cancellata la precedente assoluzione (composta da 268 pagine) e fosse disposto un nuovo processo, nel quale rischierebbe fino a sei anni di carcere.
“Se cancellassero l’assoluzione tornerò lo stesso a Lamezia a festeggiare perché ho difeso il mio Paese e non è reato“.