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RemTech Expo, bonifiche e ricostruzione, l'Italia deve correre

Ferrara, 19 set. (askanews) – Bonifiche ferme, territori contaminati, ricostruzioni a rilento. Il messaggio che arriva RemTech Expo, è chiaro: l’Italia deve accelerare sulla transizione ecologica. E l’uomo non più essere nemico dell’ambiente, ma suo primo alleato. Anche se si contano ancora centinaia di siti inquinati da bonificare e famiglie che pagano con la salute il prezzo dell’inquinamento.

Come ricorda, durante una serata al Castello Estense, Ilaria Fontana, parlamentare e autrice di “Cicatrici di terra, semi di speranza”. “La cura che può salvare veramente i nostri territori e donarli alla collettività – dice Fontana – sono le bonifiche, perché una volta che un territorio viene risanato si può parlare di rigenerazione urbana, si può parlare di ripartenza”.

Aree industriali dismesse, discariche abusive, terreni avvelenati. Un’eredità pesante che chiede risposte immediate. Da RemTech arriva l’appello del vicepresidente della Camera dei Deputati, Sergio Costa. “Allora adesso è arrivato il momento di dire basta: i soldi ci sono, la progettazione e le capacità professionali ci stanno, allora è il momento di partire, adesso è il momento di accelerare il passo. Si può fare, le leggi le abbiamo fatte nella scorsa legislatura, adesso bisogna raccogliere, è il momento delle scelte operative: mettersi in movimento”.

Ma c’è chi dalle macerie ha già iniziato a costruire il futuro. L’Appennino centrale, devastato dal sisma del 2016, è oggi il più grande cantiere d’Europa. Non solo case da ricostruire: è un laboratorio dove si sperimenta la rinascita delle aree interne attraverso digitalizzazione e sostenibilità. Una ricostruzione che guarda avanti, non al passato. Ne è convinto Guido Castelli, commissario straordinario per il sisma che ha raccolto la tua esperienza nel libro “Mediae Terrae”.

“Da questa esperienza ho capito che il terremoto pone la comunità e chi deve risolvere i problemi del terremoto di fronte a una sfida, che è quella non di ritornare al passato anteriore, al momento della scossa, ma di costruire qualcosa di nuovo perché ogni terremoto ti impone di prefigurare un nuovo scenario”.