Lo sciopero dei treni previsto per il 17 maggio è stato revocato e rinviato dopo la richiesta della Commissione di garanzia sugli scioperi. Questa decisione, che ha suscitato l’interesse dei pendolari e degli operatori del settore, arriva in un momento critico per il sistema ferroviario. Ma quali sono le ragioni dietro questo cambiamento? Scopriamo i dettagli di questa nuova situazione e cosa aspettarsi nei prossimi giorni.
Revocato lo sciopero dei treni del 17 maggio: il motivo della decisione e la nuova data
La Commissione di garanzia sugli scioperi aveva sollecitato Usb, Assemblea Nazionale Pdm/Pdb e Sgb a posticipare lo sciopero dei trasporti ferroviari programmato per sabato 17 maggio. La motivazione principale risiede nell’importante cerimonia di intronizzazione di Papa Leone XIV, che si terrà domenica 18 maggio alle 10, con la partecipazione prevista di circa 250.000 fedeli e numerosi capi di Stato e di governo da tutto il mondo.
Lo sciopero, che avrebbe coinvolto Trenitalia, Italo e Trenord, è stato quindi rinviato al 23 maggio, con orario dalle 01:00 alle 23:59, mantenendo le stesse modalità.
La decisione è stata ufficialmente confermata anche dal Ministero dei Trasporti, che ha emesso una nota a seguito del confronto tra le istituzioni e le sigle sindacali coinvolte.
“Salvaguardati i diritti alla circolazione dei cittadini anche in previsione della Messa in piazza San Pietro per l’inizio del pontificati di Papa Leone XIV, gli Internazionali di Tennis e il Gran Premio di Imola”.
Revocato lo sciopero dei treni del 17 maggio: la nota stampa dell’Unione sindacale
“Questa scelta scaturisce dalla valutazione attenta delle implicazioni che sarebbero occorse a uno sciopero nazionale dei ferrovieri fortemente partecipato, che si sarebbe svolto alla vigilia di un evento eccezionale come quello legato all’insediamento del nuovo Pontefice”.
I sindacati hanno sottolineato che non si tratta solo di una questione di rispetto, ma che, insieme alle altre organizzazioni e movimenti, hanno deciso di evitare incomprensioni e critiche, o addirittura interventi da parte delle autorità, su una lotta che da mesi coinvolge un’intera categoria, impegnata per il rinnovo contrattuale. Secondo i sindacati, la trattativa attualmente in corso non risponde alle esigenze di lavoratori e lavoratrici.
“Un gesto di responsabilità che è esattamente l’opposto di quanto messo in campo dal sistema di contrattazione e rappresentanza ufficiale: questo non ha mai preso in considerazione la piattaforma costruita dal basso, da un anno ignora bellamente scioperi con percentuali di adesioni altissime, scaricando i disagi sull’utenza, che ha delegato alla Commissione di Garanzia il ruolo di mano armata contro il diritto di sciopero e che da 7 (sette) anni si permette di non rinnovare le RSU e gli RLS in tutto il Gruppo FSI”.
Proprio per queste ragioni, i sindacati ritengono che il Ministero dei Trasporti deve assumere un ruolo di ascolto e mediazione delle istanze, che godono di un ampio sostegno da parte dei ferrovieri, un ruolo che, secondo loro, è mancato in tutta questa vertenza.