Argomenti trattati
Nei prossimi mesi, gli italiani saranno chiamati a esprimersi su una questione cruciale: la riforma della giustizia. Questo referendum, che si terrà dopo l’approvazione definitiva da parte del Parlamento, rappresenta un momento significativo per il futuro del sistema giudiziario nel paese. È fondamentale comprendere le tappe che porteranno alla consultazione popolare e le modalità di partecipazione.
Il referendum: cosa significa?
Il referendum in questione è di tipo costituzionale, il che implica che i cittadini saranno invitati a dare il loro consenso su modifiche già approvate dal Parlamento. A differenza di un referendum abrogativo, dove si vota per cancellare una legge esistente, in questo caso si tratta di confermare o meno le nuove disposizioni. Affinché la riforma possa essere approvata senza il referendum, avrebbe dovuto ottenere una maggioranza qualificata di due terzi nelle due Camere, ma ciò non è avvenuto.
Il percorso legislativo
La riforma della giustizia ha ricevuto il via libera dal Parlamento il 18 settembre 2025, quando la Camera dei Deputati ha approvato il provvedimento con 243 voti favorevoli. Al Senato, tuttavia, i voti sono stati solo 112, non raggiungendo la soglia richiesta. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è scattato il termine di tre mesi entro il quale devono essere raccolte le firme necessarie per richiedere il referendum.
Le modalità di richiesta del referendum
Il referendum può essere richiesto in vari modi: attraverso la richiesta di cinque Consigli regionali, un quinto dei membri delle due Camere, oppure 500.000 elettori. I parlamentari della maggioranza hanno già avviato le procedure per la richiesta e prossimamente inizierà la raccolta delle firme. Saranno necessarie 80 firme dai deputati e 40 dal Senato.
Controllo delle firme e validità del referendum
Una volta raccolte, le firme saranno verificate dall’ufficio centrale per il referendum presso la Cassazione, che ne garantirà la regolarità. Successivamente, la Corte Costituzionale dovrà stabilire se la legge può essere oggetto di referendum. La formulazione del quesito, che rispecchierà il testo della legge, sarà compito della Corte stessa. Il quesito dovrà essere chiaro e comprensibile per i cittadini chiamati a votare.
Le modalità di voto e le conseguenze
Il giorno del referendum, gli italiani si troveranno di fronte a una domanda semplice: vogliono approvare o respingere la riforma? A differenza di un referendum abrogativo, che richiede un quorum di partecipazione, in questo caso il risultato sarà determinato dalla maggioranza relativa dei voti validamente espressi. Ciò significa che non è necessario che almeno la metà degli aventi diritto si presenti alle urne per rendere valida la consultazione.
Se la maggioranza dei votanti sceglierà il “Sì”, la riforma sarà promulgata dal Presidente della Repubblica e pubblicata in Gazzetta Ufficiale. In caso contrario, la riforma approvata dal Parlamento non entrerà in vigore. Questo momento rappresenta un passaggio cruciale per il sistema giudiziario italiano, e la partecipazione di tutti è fondamentale per garantire una democrazia sana e funzionante.
 
								