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Riforma porti 2025, Conftrasporto: bene il ddl, ora il governo apra confronto

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Via libera in Consiglio dei Ministri al ddl sulla governance portuale e sugli investimenti nei porti. Pasquale Russo accoglie la riforma e chiede un confronto con il settore

Arriva il primo via libera politico alla riforma della governance portuale e dal mondo della rappresentanza economica giunge un giudizio complessivamente positivo, accompagnato dalla richiesta di un confronto strutturato con gli operatori del settore.

«Finalmente il testo di riforma della Legge 84/94 e della governance portuale è arrivato in Consiglio dei Ministri, avviando un iter che auspichiamo possa portare in tempi certi a una nuova visione del sistema portuale», dichiara Pasquale Russo, presidente di Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio.

Riforma porti 2025, cosa prevede

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, ha approvato con procedura d’urgenza il disegno di legge di riordino della legge 28 gennaio 1994, n. 84, che disciplina la governance portuale e il rilancio degli investimenti in infrastrutture strategiche di trasporto marittimo di interesse generale.

Si tratta di un intervento legislativo che punta a una profonda modernizzazione del sistema portuale nazionale, con l’obiettivo di rafforzarne la competitività internazionale e favorire uno sviluppo integrato del comparto logistico, superando frammentazioni organizzative e rigidità procedurali che negli anni hanno limitato il potenziale dei porti italiani, in particolare nel bacino del Mediterraneo.

In coerenza con gli indirizzi strategici del Piano del mare, il provvedimento introduce rilevanti modifiche organizzative, tra cui l’istituzione della società Porti d’Italia S.p.A.. Il nuovo soggetto avrà il compito di supportare la realizzazione delle infrastrutture portuali di rilevanza nazionale e internazionale, promuovendo l’intermodalità e lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T), assicurando una regia unitaria sugli investimenti strategici.

Il testo stabilisce inoltre norme stringenti sulla separazione contabile e organizzativa all’interno delle Autorità di sistema portuale e disciplina la costituzione del Fondo per le infrastrutture strategiche di trasporto marittimo. L’accesso alle risorse sarà subordinato alla verifica del rispetto della normativa europea sugli aiuti di Stato: per gli interventi non esenti da notifica è prevista la sospensione dei finanziamenti fino all’autorizzazione della Commissione europea, a garanzia della piena certezza giuridica degli investimenti.

Sul fronte concessorio, il disegno di legge prevede l’adozione, entro il 30 giugno 2026, di linee guida nazionali per la determinazione uniforme del canone demaniale, elaborate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti previo parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti. Per rafforzare trasparenza e controllo, le Autorità di sistema portuale dovranno aggiornare tempestivamente i dati delle concessioni nel Sistema Informativo del Demanio Marittimo (SID – Portale del Mare).

Il mancato assolvimento degli obblighi informativi inciderà sulla valutazione delle performance e sulla responsabilità dirigenziale, con la previsione di poteri sostitutivi in capo alla Direzione generale del Ministero. Nei casi più gravi di mancato adeguamento delle clausole concessorie al nuovo quadro regolatorio, il provvedimento arriva a prevedere anche la revoca della concessione.

Conftrasporto: perché è importante il ddl che cambia la legge 84/94

Secondo Pasquale Russo, presidente di Conftrasporto-Confcommercioprincipale organizzazione di rappresentanza del settore dei trasporti, della logistica e della mobilità in Italia – il riordino normativo arriva in una fase cruciale.

«Il sistema portuale è centrale per la competitività del Paese, soprattutto in un momento di profonde trasformazioni economiche», sottolinea Russo. «In un contesto geopolitico incerto, è positivo che si proceda verso un ammodernamento della normativa portuale, sia sul fronte della governance sia su alcuni nodi non più rinviabili, a partire da dragaggi e concessioni portuali».

Pur accogliendo con favore l’avvio dell’iter parlamentare, Conftrasporto evidenzia la necessità di un coinvolgimento diretto del settore nella fase successiva. «Ci aspettiamo che già dall’inizio del nuovo anno si apra un confronto costante con le associazioni di categoria rappresentative», aggiunge Russo, «un passaggio fondamentale per arrivare a un testo che possa realmente contribuire al salto di qualità dei nostri scali».

Il presidente di Conftrasporto collega infine il percorso di riforma a un recente passaggio istituzionale rilevante per il comparto: «La presentazione in Consiglio dei Ministri del disegno di legge di riordino della legge 84/94 segue di pochi giorni la nomina del dottor Roberto Petri a presidente di Assoporti, al quale rivolgo le mie congratulazioni e i migliori auguri di buon lavoro».

Un segnale, secondo Conftrasporto, di una fase di rinnovamento che ora dovrà tradursi in scelte condivise e operativeper rafforzare il ruolo dei porti italiani nel Mediterraneo e nelle catene logistiche globali.