Ronaldo, 5 maggio 2002: "Colpa dell'Inter e degli aiuti alla Juve"

Ronaldo, l’ex Fenomeno, torna a parlare dell’ epilogo del campionato 2002 nel corso di un intervista effettuata dalla Gazzetta dello Sport.

Ronaldo, l’ex Fenomeno torna a parlare dell’ epilogo del campionato 2002, gettando ombre sulla Juventus e parlando del suo amore eterno per l’Inter, nel corso di un intervista effettuata dalla Gazzetta dello Sport.

Ronaldo è stato senza dubbio uno dei centravanti più forti che hanno calcato i campi di calcio della Serie A, grazie alle sue meravigliose giocate ed i suoi terribili infortuni al ginocchio che gli hanno impedito di lasciare un segno ancor più indelebile. Ricordiamo che il 41enne fece parte della squadra nero azzurra dal 1997 al 2002 con 59 gol e 99 presenze.

A me dispiace non averlo vinto, lo Scudetto: era un progetto bellissimo, era un sogno, anche se poi abbiamo capito che morì un po’ per colpa nostra e un po’ di certe forze esterne, che aiutavano la Juve.

Oggi lavora in modo molto più trasparente rispetto ai miei tempi. E raccoglie perché semina. E merita“ ha dichiarato sull’ epilogo di 15 anni fa, puntando il dito contro le forze esterne che avrebbero aiutato i bianconeri. Infatti il 5 maggio 2002 gli interisti dovettero rinunciare allo scudetto nell’ ultima giornata arrendendosi alla Lazio, mentre la Juventus trionfava a Udine.
L’ex attaccante, oggi ambasciatore del Real Madrid ha inoltre dichiaratoIo a Madrid sto da dio, Florentino mi ha appena rinnovato di un anno il contratto da ambasciatore e non c’è bisogno che spieghi cos’è il Real.

Però mi sento pronto per un’esperienza diversa. Oggi lavorare con la Cina significa avere opportunità illimitate: è una delle grandi frontiere del futuro. Io e Suning partner? Non ho sognato ancora così lontano: è presto. Ma l’ho sempre detto, e ben prima che arrivasse Suning: io l’Inter ce l’ho nel cuore“.Con la nuova dirigenza Ronaldo potrebbe tornare in squadra, ma sicuramente non in tempi brevi.

Infine chiude con una dichiarazione su Spalletti: “Con lui l’Inter dovrebbe aver trovato non solo uno stratega del calcio ma anche un buon gestore del gruppo: me ne parlava benissimo Galante, ai nostri tempi, e ricordo che gli dissi ‘Fabio, avevi ragione’, quando lo affrontai da allenatore avversario.

Però non lo invidio, dovrà trovare in fretta la strada dove far camminare la squadra. Perché l’Inter la aspettano tutti, da anni: i suoi tifosi, e anche l’Europa“.