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Sami Hamdi e la richiesta di trasparenza sulla detenzione negli Stati Uniti

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L'Università di Londra chiede chiarezza sulla detenzione di Sami Hamdi negli USA.

Il caso di Sami Hamdi, un giornalista e commentatore politico britannico, ha sollevato forti preoccupazioni a livello internazionale dopo la sua detenzione negli Stati Uniti. Hamdi, che ha completato i suoi studi presso la SOAS University di Londra, è stato fermato il 26 ottobre 2025 all’aeroporto internazionale di San Francisco da agenti della Immigration and Customs Enforcement (ICE).

L’Università ha espresso il suo rammarico per la situazione, sottolineando l’importanza della trasparenza e del rispetto dei diritti umani.

Le dichiarazioni dell’Università di Londra

In un comunicato ufficiale, la SOAS University ha dichiarato di essere “profondamente preoccupata” per le notizie riguardanti la detenzione di Hamdi, affermando che non ci sono prove che suggeriscano una violazione delle leggi da parte sua. L’Università ha esortato le autorità statunitensi a garantire la trasparenza e a rispettare i diritti fondamentali di Hamdi, inclusa la libertà di espressione e di movimento.

Il contesto della detenzione

Hamdi, 35 anni, si trovava negli Stati Uniti per un tour di conferenze, durante il quale discuteva la situazione in Gaza. La sua detenzione è stata condannata dal Council on American-Islamic Relations (CAIR), che l’ha definita “un affronto alla libertà di espressione”, collegando il suo arresto alle sue critiche nei confronti della politica israeliana. Secondo i rapporti, oltre 68.000 palestinesi sono stati uccisi e 170.000 feriti dall’inizio del conflitto, evidenziando l’urgenza del dibattito che Hamdi stava portando avanti.

Reazioni e azioni legali

La detenzione di Hamdi ha innescato una serie di azioni legali. I suoi avvocati hanno presentato richieste urgenti per contestare la detenzione, mentre la moglie, Soumaya, insieme ad alcune organizzazioni della società civile, ha chiesto al governo britannico di intervenire. Soumaya ha dichiarato che il governo statunitense non ha fornito alcuna giustificazione per la revoca del visto di Hamdi, il che ha portato a domande sulla legittimità della sua detenzione.

Le affermazioni della moglie di Hamdi

Soumaya ha messo in evidenza come la detenzione di suo marito possa rappresentare un pericoloso precedente. “È preoccupante pensare che un cittadino britannico, con un visto valido, possa essere arrestato senza alcuna motivazione”, ha affermato. Ha anche sottolineato come Hamdi sia riuscito a mobilitare supporto per i diritti dei palestinesi, riuscendo a coinvolgere persone di diverse estrazioni politiche, non solo all’interno delle comunità musulmane.

Il rischio per la libertà di espressione

La questione di Hamdi solleva interrogativi più ampi sulla libertà di espressione negli Stati Uniti. Come osservato da Soumaya, se le autorità possono agire in questo modo nei confronti di Hamdi, potrebbe non volerci molto prima che anche i cittadini americani si trovino in situazioni simili. “Ogni persona che apprezza la libertà di parola dovrebbe sentirsi minacciata dalla detenzione di Sami”, ha affermato. La sua situazione è vista come una potenziale minaccia per la capacità dei giornalisti di operare senza paura di ritorsioni.

Richieste di azione

In risposta a questa crisi, la comunità e i sostenitori di Hamdi hanno chiesto un intervento immediato da parte del governo britannico. La famiglia di Hamdi ha espresso preoccupazione per il suo stato di salute, chiedendo il suo rilascio immediato per evitare ulteriori danni. “La situazione deve essere affrontata con urgenza”, hanno dichiarato, esprimendo timore per le conseguenze a lungo termine della detenzione.

La detenzione di Sami Hamdi non è solo un caso isolato, ma rappresenta un campanello d’allarme per la libertà di espressione e i diritti umani in un contesto globale sempre più complesso.