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Sicurezza bambini in auto, bocciato un genitore italiano su tre

Milano, 20 ott. (askanews) – Il 32% dei genitori italiani non ha un comportamento corretto nell’utilizzo dei sistemi di ritenuta in auto per i propri figli come l’abitudine a non allacciare sempre le cinture di sicurezza o il seggiolino, il mancato utilizzo di un dispositivo adeguato al peso e all’altezza del bambino e il non corretto posizionamento del seggiolino in auto.

È quanto emerge da una rilevazione di Altroconsumo presentata nella sede milanese di Cybex, marchio tedesco di fascia alta di prodotti per bambini, condotta su un campione di genitori con figli fino a 12 anni rappresentativo dell’intero Paese, che rivela, in particolare, abitudini non corrette più frequenti al Sud e nelle Isole.

“L’inasprimento delle normative e gli avanzamenti tecnologici da soli non bastano, serve informare ed educare. Questi gli elementi che vengono fuori dalla nostra indagine. Esiste un fattore culturale in Italia che fa sì che i genitori italiani siano più vicini alle necessità apparentemente immediate dei loro figli e quindi non facciano sì che i comportamenti legati alla sicurezza dei bambini vengano messi al top” ha osservato Alberto Pirrone, direttore generale di Altroconsumo.

Un esempio è l’abitudine corretta di tenere il seggiolino posizionato in senso contrario alla marcia fino all’età di quattro anni. Un comportamento spesso non gradito ai bambini, e quindi poco frequente, ma che permette di proteggere molto meglio, in caso di impatto, collo e testa. Poi certo anche l’innovazione fa la sua parte e l’introduzione negli ultimi anni dei primi airbag integrati nei seggiolini è un passo avanti importante.

“Portare una nuova tecnologia sul mercato è sempre complesso, e dispendioso all’inizio, ma poi con le economie di scala, una volta che il prodotto è più maturo, il costo si abbassa ed è quello che già vediamo sul mercato, tanto che oggi il nostro prodotto di questo tipo è più abbordabile e molto più economico di un iPhone” ha detto Johannes Schlamminger, Ceo di Cybex.

Non resta allora che investire in azioni coordinate che coinvolgano consumatori, operatori ed istituzioni, come simulazioni di crash test nelle scuole, ma anche più controlli sulle strade, nella consapevolezza che i 34 bambini morti in Italia in incidenti stradali nel 2024 siano un tributo ancora troppo alto da pagare all’insufficienza di informazione e prevenzione.