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Sisto: dlgs su presunzione d'innocenza ce lo ha chiesto l'Europa

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Roma, 28 apr. (askanews) - "Il decreto legislativo sulla presunzione di innocenza, che è chiamato così, in realtà parla di costituzione di non colpevolezza, un'espressione molto più felice, il dibattito in sede di assemblea costituente è stato straordinario per raggiungere questo obiettivo. P...

Roma, 28 apr. (askanews) – “Il decreto legislativo sulla presunzione di innocenza, che è chiamato così, in realtà parla di costituzione di non colpevolezza, un’espressione molto più felice, il dibattito in sede di assemblea costituente è stato straordinario per raggiungere questo obiettivo. Perché se io sono condannato anche con sentenza di primo e secondo grado, in definitiva sono ‘non colpevole’, non posso certamente definirmi innocente. C’è un significato in quella parola ‘non colpevolezza’”: così il sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, durante il suo intervento al seminario “Giornalismo, ‘verità’, ordinamento professionale” organizzato dalla Fondazione Paolo Murialdi nella sede della Fnsi a Roma, in merito alle nuove norme sulla presunzione di non colpevolezza in vigore da dicembre con il d.lgs. 188/2021 e che hanno recepito una direttiva europea.

“L’Europa ce lo ha chiesto, questa brutta espressione. Noi ci ricordiamo dei principi solo quando ce li impone l’Unione europea, cosa che trovo molto sgradevole dal punto di vista della qualità della nostra legislatura e sostanzialmente cosa fa? Impedisce una sorta di crocifissione anticipata, prima che vi sia la legittimazione a essere crocifissi. Le conferenze stampa non si possono più tenere se non c’è un interesse pubblico, non si può chiamare colpevole nessuno senza la sentenza definitiva”, ha aggiunto Sisto.

“Di che cosa si lagnano i procuratori? Che l’interesse pubblico è un interesse pubblico rimesso ad altri, tant’è che una circolare recente di un illustre procuratore della Repubblica che dice ‘guardate l’interesse pubblico lo decidiamo noi se è di interesse pubblico o meno’. Ha ragione il mio interlocutore (Vittorio Roidi, attuale presidente del Consiglio di disciplina dell’Ordine del Lazio, ndr), io credo che anche un sindaco a questo punto potrebbe dire che l’interesse pubblico lo decide lui”.