Novak Djokovic sconfigge Roger Federer in un'epica finale di Wimbledon

In quella che è stata la finale più lunga della storia di Wimbledon, Djokovic è riuscito ad imporsi sullo svizzero Roger Federer dopo ben cinque set.

È stata una finale al cardiopalma ma alla fine Novak Djokovic è riuscito ad imporsi su Roger Federer per 3 set a 2.

Costantemente tallonato dallo svizzero, Djokovic è riuscito tuttavia a vincere tutti i tie break oltre ad annullare ben due match point di Federer. Si tratta della quinta vittoria al torneo inglese a partire dal 2011 per il serbo, attuale campione in carica, che eguaglia così il precedente record detenuto da Bjorn Borg.

Un match all’ultima battuta

Dopo quattro set in i due avversari si sono sempre trovati in perfetto equilibrio, il numero uno del ranking mondiale Djokovic è riuscito a distanziare finalmente il rivale Federer nel tie break del quinto set.

Sull’erba di Londra il serbo ha infatti allungato per 13 – 12 dopo ben 4 ore e 55 minuti di gioco. Un risultato che fa questa finale la più lunga e forse la più bella della storia di Wimbledon.

Con questa sconfitta il quasi 38enne Federer vede invece svanire la possibilità di vincere il nono titolo in carriera a Wimbledon. Per la terza volta inoltre, Federer viene battuto nella finale di un torneo del Grande Slam proprio da Djokovic, come già precedentemente accaduto nel 2015 a Wimbledon e agli Us Open dello stesso anno.

Le parole di Djokovic

Intervistato dopo la consegna del trofeo, Djokovic riconosce l’importanza di questa partita per la sua carriera e per la storia del tennis mondiale: “È una delle migliori finali che abbia giocato, contro uno dei più grandi di sempre, per cui nutro un grande rispetto. Purtroppo uno dei due doveva perdere, è stato incredibile aver annullato due match-point e poi vincere. Strano anche vincere il tie-break 13-12.

Roger è una fonte di ispirazione continua. Quando ero un ragazzo sognavo di diventare un tennista e questo era il torneo che volevo vincere. È speciale dividere questo trofeo con la mia famiglia”.