La Manovra di Bilancio 2026 è al centro del dibattito politico italiano, con particolare attenzione alla possibile imposizione di tasse sugli extraprofitti. Tra le priorità del governo emergono il sostegno alla sanità, l’aumento dei salari dei lavoratori e la riduzione dell’IRPEF, senza però mettere a rischio la fiducia dei mercati e degli investitori. In questo contesto, il ruolo delle banche e delle assicurazioni come contributori finanziari diventa fondamentale, ma sempre attraverso accordi concordati e non misure imposte unilateralmente.
Il ministro Tajani fa chiarezza.
La legge di Bilancio e il nodo del contributo bancario
Il Consiglio dei Ministri è previsto per domattina alle 11 per approvare la legge di Bilancio, mentre a Palazzo Chigi prosegue il vertice di maggioranza per definire i dettagli della manovra. La riunione coinvolge, oltre alla premier Giorgia Meloni, i vicepremier Tajani e Matteo Salvini, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi e, in collegamento da Washington, il ministro Giorgetti. Fonti parlamentari non escludono la possibilità di un ulteriore incontro oggi pomeriggio o domattina, prima del CdM.
Uno dei nodi principali riguarda il contributo delle banche e delle assicurazioni, stimato nel Documento programmatico di Bilancio in 4,4 miliardi per il 2026 e 11 miliardi nel triennio. I canali di dialogo con gli istituti restano aperti per chiarire le modalità di versamento, che potrebbero includere crediti d’imposta o eventuali modifiche normative. L’ABI ha confermato la propria disponibilità a sostenere il bilancio in più anni senza ricorrere a tassazioni straordinarie.
La Lega, attraverso i senatori Massimo Garavaglia e Stefano Borghesi, ha ribadito che il contributo bancario è essenziale per sostenere la sanità, definendo la strategia adottata dal governo “una vittoria del buonsenso”.
Tassa sugli extraprofitti in Manovra? Il ministro Tajani interviene e fa chiarezza
Il vicepremier Antonio Tajani ha riferito che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti avrebbe garantito, durante l’ultima riunione del Consiglio dei Ministri, l’assenza di qualsiasi imposizione sugli extraprofitti. Tajani ha spiegato che il concetto di “extraprofitto”, definito da lui stesso come “un concetto da Unione Sovietica”, non dovrebbe essere oggetto di misure fiscali.
Secondo il ministro, il governo privilegia un confronto costante con il settore bancario e assicurativo affinché questi contribuiscano alla manovra in maniera concordata. Come ha sottolineato Tajani, “un conto è fare una scelta condivisa, un conto è mettere una tassa che rischia di spaventare i mercati e gli investitori italiani e stranieri”.
L’obiettivo dichiarato delle misure fiscali, secondo Tajani, è sostenere la sanità, incrementare le assunzioni e aumentare gli stipendi di medici e infermieri, oltre a ridurre l’IRPEF fino a un massimo di 50.000 euro. Il vicepremier ha evidenziato che il contributo di banche e assicurazioni sarà fondamentale per realizzare questi obiettivi, ma sempre in forma concordata: “deve essere un contributo concordato e non imposto così un po’ a capocchia”. Forza Italia ha ribadito la propria contrarietà a qualsiasi imposizione autoritaria sugli extraprofitti, sottolineando che un’imposta del genere provocherebbe “un grave danno economico al Paese”.