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Telenor sotto processo per presunto sostegno all'esercito birmano

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Attivisti in Myanmar intraprendono azioni legali contro Telenor per presunti scambi di dati con il governo militare.

In un contesto segnato da violenze e repressioni, un gruppo di organizzazioni della società civile in Myanmar ha deciso di intraprendere un’azione legale contro la compagnia norvegese di telecomunicazioni Telenor. Le accuse mosse nei confronti della società riguardano la presunta condivisione di dati dei clienti con il governo militare del paese.

Questo atto, secondo gli attivisti, ha facilitato la repressione degli oppositori al regime.

Le accuse contro Telenor

Il Centre for Research on Multinational Corporations (SOMO), un’organizzazione non profit con sede nei Paesi Bassi, ha comunicato la notifica di intenti per una causa contro Telenor. Gli attivisti affermano che i dati forniti dall’azienda siano stati utilizzati dalla giunta militare, dopo il colpo di stato del 2021, per rintracciare e perseguitare i civili. In particolare, si fa riferimento a un numero elevato di clienti, la cui privacy sarebbe stata compromessa.

Le conseguenze della condivisione dei dati

Le affermazioni degli attivisti sono gravi. Secondo quanto riportato, la divulgazione delle informazioni ha consentito al regime militare di prendere di mira attivisti anti-colpo di stato. Alcuni di questi attivisti sono stati torturati durante la detenzione, e uno è stato persino giustiziato. La testimonianza di Thazin Nyunt Aung, una delle richiedenti, evidenzia il trauma vissuto. “Sono terribilmente turbata e scioccata”, ha dichiarato, riferendosi alla situazione di suo marito, un membro del parlamento arrestato e poi ucciso.

La posizione di Telenor

Telenor, controllata per la maggioranza dal governo norvegese, ha già affrontato indagini riguardo alle proprie operazioni in Myanmar. L’azienda ha dichiarato di trovarsi in una situazione insostenibile, con “nessuna opzione valida” a disposizione. Ha sostenuto che disobbedire agli ordini del governo militare potrebbe essere interpretato come un atto di terrorismo, mettendo a rischio i propri dipendenti.

La vendita delle operazioni in Myanmar

In risposta alle pressioni del governo locale per implementare tecnologie di sorveglianza, Telenor ha ceduto le sue operazioni nel paese nel 2021 a un gruppo di investimento libanese, M1 Group, e a un conglomerato locale, Shwe Byain Phyu. Secondo i querelanti, questa vendita ha fornito al regime militare accesso illimitato ai dati dei clienti. Jan Magne Langseth, legale che rappresenta gli attivisti, ha affermato che Telenor avrebbe dovuto cancellare tutti i dati sensibili prima di procedere alla vendita.

Il contesto attuale in Myanmar

La situazione in Myanmar è estremamente delicata. Dalla presa di potere da parte del regime militare, il paese è stato travolto da una crisi profonda. Secondo il Assistance Association for Political Prisoners, un’organizzazione che monitora la situazione, quasi 7.000 persone sono state uccise e circa 30.000 sono state arrestate. Il governo militare respinge con vigore le accuse di aver preso di mira i civili e continua a sostenere di operare nell’interesse della sicurezza nazionale.

La causa legale contro Telenor non riguarda solamente la responsabilità aziendale, ma solleva interrogativi più ampi sulla privacy e sulla sicurezza dei dati in contesti di conflitto. Gli attivisti sperano che questo passo legale possa portare a una maggiore responsabilità da parte delle aziende multinazionali che operano in situazioni di crisi.