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Una tempesta geomagnetica si avvicina: ecco quando colpirà la Terra

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Prepararsi alla tempesta geomagnetica: precauzioni per infrastrutture e satelliti. Tutto quello che c'è da sapere.

Il Sole, il cuore pulsante del nostro sistema solare, non smette mai di sorprendere. Tra eruzioni solari e brillamenti, il nostro pianeta può trovarsi improvvisamente al centro di fenomeni straordinari: le tempeste geomagnetiche. Questi eventi possono influenzare le comunicazioni satellitari, le reti elettriche e persino i sistemi di navigazione. Gli scienziati hanno recentemente individuato la prossima tempesta geomagnetica in arrivo sulla Terra, e conoscere la data precisa può aiutare a prepararsi e proteggersi dagli effetti più critici.

Ecco la data da segnare.

Una tempesta geomagnetica colpirà la Terra: tutti i dettagli da conoscere

La Terra sarà interessata da una tempesta geomagnetica provocata da un’espulsione di massa coronale (CME), originata da un brillamento solare di classe M2.7 registrato il 30 agosto nella regione attiva di macchie solari AR4199.

Secondo gli esperti, l’impatto iniziale dovrebbe classificarsi come G2 (“moderata”) sulla scala da G1 a G5, ma potrebbe rapidamente evolvere fino alla categoria G3 (“forte”). A questo livello, i satelliti in orbita terrestre bassa potrebbero riscontrare problemi di orientamento e variazioni orbitali, mentre i sistemi di navigazione satellitare e le comunicazioni radio ad alta frequenza potrebbero subire interruzioni temporanee.

Non mancheranno effetti visibili anche sulla Terra: l’aurora boreale, di norma osservabile solo a latitudini elevate, potrebbe diventare visibile fino a circa 50° di latitudine, includendo aree come la Gran Bretagna e alcune regioni settentrionali italiane, così come alcune zone degli Stati Uniti centrali.

Una tempesta geomagnetica si avvicina: ecco quando colpirà la Terra

Le previsioni indicano che la tempesta raggiungerà la Terra tra la tarda serata del 1° settembre e la mattina del 2. La conferma precisa della traiettoria e dell’intensità arriverà quando la CME verrà rilevata dai satelliti Ace e Wind, posti a circa 1,5 milioni di chilometri dal pianeta, il cui compito è monitorare le particelle solari prima che interagiscano con il campo magnetico terrestre.

In base a queste osservazioni, gli operatori satellitari avranno circa mezz’ora di preavviso per adottare eventuali misure preventive. L’evento è quindi strettamente monitorato dagli scienziati per ridurre al minimo possibili effetti su infrastrutture sensibili.