Nonostante le resistenze iniziali, il pagamento con Carte POS è sempre più diventato parte della quotidianità italiana: la gente infatti si trova molto più comoda a fare acquisti strisciando una carta piuttosto che uscendo carica di banconote e monete sonanti.
Il boom delle carte POS è dovuto anche al cambio delle legislazioni in materia: mentre infatti prima del 2015 non tutti gli esercenti erano obligati a tenere il POS e potevano stabilire delle soglie minime di spesa (di solito intorno ai 30€), ora tutti i rivenditori devono avere un POS e permettere il pagamento di qualsiasi cifra da 1 a 1.000 €.
Così le banche si sono sbizzarrite in materia di Carte POS, partorendo Carte sempre più colorate, esteticamente personalizzabili e contactless.
Le tipologie di Carte POS presenti sul mercato
Innanzitutto bisogna citare il Bancomat: tale carta è simili nell’aspetto e nella funzione alle prepagate ma quello che differisce sono i soldi a disposizione; il Bancomat infatti può essere usato finché il conto a cui è collegato è in positivo, altrimenti ì pagamenti sono bloccati, Da ciò consegue che con il Bancomat non è possibile andare in rosso in quanto una volta che il conto è a zero, la carta smette di funzionare.
Passiamo ora alle carte di credito, ossia quelle carte che, come suggerisce il nome, offrono soldi “a credito” agli utenti. Tali carte funzionano fino a un plafond mensile stabilito con la banca che, ogni 20 giorni, ritira i soldi prestati a credito e riporta a zero la cifra.
In soldoni le carte di credito funzionano così: poniamo che con la banca abbiamo concordato un plafond di 1.000 € per il mese di Giugno; questo significa che, tutto quello che io compro a Giugno con la carta non deve superare i 1.000 €.
Attenzione ora però: gli acquisti di Giugno non mi verranno accreditati direttamente non appena conclusa la transazione ma verranno contabilizzati il mese successivo, cioè a Luglio.