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Via libera all'intesa con l'Ue: Trump alza i dazi su Canada e Svizzera dal 7 agosto

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Dazi, la stretta di Trump tra intese e sanzioni: accordi con Ue, Cina e UK, nuove tariffe per Svizzera, Canada e Brasile.

L’amministrazione Trump ha confermato il mantenimento dell’accordo sui dazi con l’Unione Europea, lasciando in vigore le tariffe del 15% sui beni europei. Ma mentre i rapporti con Bruxelles sembrano stabilizzarsi, si inasprisce la tensione commerciale con altri partner storici: a partire dal 7 agosto scatteranno nuove tariffe pesanti sulle importazioni dal Canada e su quelle provenienti dalla Svizzera.

La mossa, giustificata da Washington come “una risposta necessaria agli squilibri commerciali persistenti”, rischia di riaccendere lo scontro economico.

Accordi e tensioni: dazi rimodulati tra intese, sanzioni e contromisure

Rispetto all’elenco pubblicato lo scorso 2 aprile, molti Paesi hanno ottenuto una riduzione delle tariffe imposte dagli Stati Uniti. L’Unione Europea, tra gli ultimi ad aver concluso un’intesa con Washington, ha visto i dazi stabilizzati al 15% su gran parte delle esportazioni. Intese simili hanno coinvolto anche la Corea del Sud (15%) e il Regno Unito (10%). Riduzioni significative sono state applicate a Cambogia (dal 49% al 19%), Lesotho (dal 50% al 15%) e Vietnam (dal 46% al 20%).

All’opposto, alcune nazioni hanno subito rincari o esclusioni dagli accordi: tra queste, la Repubblica Democratica del Congo, la Guinea Equatoriale e la Svizzera, che ha subito un dazio del 39%. Le aliquote più alte sono state applicate alla Siria (41%), al Laos (40%) e alla Birmania (40%). In alcuni casi, le motivazioni non sono state solo economiche: il Canada è stato colpito con un 35% per presunte mancate collaborazioni sul traffico di fentanyl, mentre il Brasile ha ricevuto una tariffa aggiuntiva del 40% in risposta al processo contro Jair Bolsonaro. Con il Messico è stata concessa una proroga di 90 giorni.

Intanto, tra Stati Uniti e Cina è in corso una tregua commerciale, con una forte riduzione reciproca dei dazi e il superamento di alcune restrizioni strategiche, in attesa di un possibile accordo definitivo entro il 12 agosto. Restano invece in vigore le tariffe del 50% su acciaio e alluminio, ora estese anche a diversi prodotti in rame, con eccezioni come i catodi cileni.

Trump conferma l’accordo sui dazi con l’Ue: stangata per Canada e Svizzera dal 7 agosto

Con la firma di un nuovo ordine esecutivo, il presidente degli Stati Uniti ha ufficializzato un’ampia revisione delle politiche doganali verso decine di Paesi. Le nuove misure entreranno in vigore a partire dal 7 agosto, con un intervallo di sette giorni dalla pubblicazione dell’atto ufficiale, necessario per consentire agli uffici doganali di adeguare i sistemi alle nuove aliquote.

Le tariffe, che variano dal 10% al 41%, interessano numerosi partner commerciali, inclusi Taiwan (20%), Pakistan (19%) e una lunga lista di altri Stati tra cui Israele, Islanda, Norvegia, Ghana, Guyana, Ecuador e Figi, tutti con un’imposizione fissata al 15%. Anche la Svizzera è stata inclusa tra i Paesi colpiti dalle nuove misure, con un rincaro significativo dal 25% al 39%.

Il Consiglio federale ha espresso profondo disappunto per la decisione degli Stati Uniti di introdurre dazi aggiuntivi sulle importazioni dalla Svizzera, nonostante i segnali positivi emersi dai colloqui bilaterali e il comportamento giudicato costruttivo da parte di Berna fin dall’inizio delle trattative. Lo ha riferito un portavoce del Ministero delle finanze svizzero all’agenzia di stampa Keystone-ATS, sottolineando come le nuove misure tariffarie siano considerate particolarmente gravose.

Intanto, pur avendo firmato un ordine esecutivo che estende le tariffe a numerosi Paesi, il presidente Donald Trump ha lasciato intendere di non escludere nuove trattative. In un’intervista rilasciata alla NBC, ha affermato che sarebbe disposto a valutare eventuali proposte convincenti anche nelle prossime settimane, aprendo la porta a possibili accordi, inclusi quelli con il Canada. Riguardo all’impatto economico delle nuove misure, il presidente statunitense ha minimizzato le preoccupazioni legate all’aumento dei prezzi, sostenendo che le entrate derivanti dai dazi rappresentano un beneficio rilevante per l’economia americana.

Nonostante l’inasprimento delle politiche commerciali, l’intesa tra Stati Uniti e Unione Europea siglata pochi giorni fa in Scozia rimane salda. Nell’ordine esecutivo firmato da Trump, le tariffe verso l’Ue restano infatti ferme al 15%, in linea con quanto concordato con la presidente della Commissione europea, Ursula von Der Leyen. Anche per il Regno Unito non sono previste modifiche, con dazi mantenuti al 10%.

Le modifiche annunciate, inoltre, non riguarderanno le merci trasportate via mare prima del 5 ottobre 2025, che continueranno a seguire il regime precedente.

Apple, stangata da oltre un miliardo: l’impatto dei dazi sui conti del trimestre

Secondo quanto riferito dall’amministratore delegato di Apple, Tim Cook, i dazi imposti dall’amministrazione Trump potrebbero comportare un inasprimento nei costi aziendali pari a circa 1,1 miliardi di dollari entro la fine del trimestre in corso, qualora le tariffe attuali restassero invariate e non venissero introdotte nuove misure.

A questa cifra si aggiungono gli effetti già registrati nel trimestre precedente, in cui l’impatto doganale avrebbe comportato un costo stimato di circa 800 milioni di dollari. L’analisi è stata condivisa dai vertici del colosso tecnologico durante una conference call con gli analisti finanziari.