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Trump: vedrò Putin in Alaska. Nobel per la pace? "Sarebbe un onore"

Roma, 9 ago. (askanews) – L’incontro di Donald Trump con Vladimir Putin sarà il giorno di Ferragosto, e sarà in Alaska, l’enorme Stato americano sotto l’Artico che ha una valenza simbolica perché fu venduto dallo zar Alessandro II di Russia agli Stati Uniti nel 1867 per poco più di 7 milioni di dollari (circa 130 milioni di dollari di oggi).

E Trump, dopo aver dato l’annuncio in un post sul suo social “Truth”, ha parlato appunto di scambio di territori come base per la soluzione della guerra russo-ucraina, oggetto del vertice in Alaska:

“Molti russi sono morti, molti ucraini sono morti. Quindi stiamo valutando la situazione, ma in realtà stiamo cercando di recuperare alcuni territori e di fare qualche scambio. È complicato. In realtà non è affatto facile. È molto complicato, ma ne recupereremo alcuni. Ne recupereremo alcuni, ne scambieremo altri. Ci sarà uno scambio di territori a vantaggio di entrambi. Ma ne parleremo più tardi, domani o quando sarà il momento”.

In attesa di poter forse un giorno sedere al centro fra Putin e Zelensky, Trump ha fatto le sue dichiarazioni con ai suoi lati i leader di Azerbaigian e Armenia, due paesi dell’ex impero sovietico da decenni in guerra, ospitati a Washington in quello che Trump ha definito un “summit storico per la pace”. E ai giornalisti che non hanno potuto evitare di chiedergli se speri di ricevere il Nobel per la Pace che sarà assegnato il 10 ottobre – una sua notoria aspirazione – ha risposto così:

“Non saprei. Insomma, molti dicono che, indipendentemente da ciò che faccio, dato che ho certe idee, certe convinzioni, non me lo daranno comunque. E non sto ‘politicheggiando’ per ottenerlo. Conosco molte persone che lo fanno, lo so, leggo le stesse cose che leggete voi. Ma sarebbe un grande onore, senza dubbio”.

Ma a interrompere il sogno di Trump, dopo l’annuncio del summit in Alaska da Kiev è arrivato subito un monito dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “L’Ucraina è pronta a prendere decisioni concrete che possano portare alla pace. Qualsiasi decisione presa contro di noi, qualsiasi decisione presa senza l’Ucraina, sarebbe una decisione contro la pace. Non porterà a nulla. Sono decisioni nate morte, irrealizzabili”.