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Tumori, epatologo: "Percorsi di diagnosi e cura uniformi con progetto multidisciplinare"

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Genova, 8 nov. (Adnkronos Salute) - "Il progetto Mdt (Multidisciplinary team) ha avuto l'obiettivo di delineare un percorso diagnostico e terapeutico per i pazienti con epatocarcinoma che fosse condiviso dai 13 centri del territorio nazionale coinvolti e risultasse in linea con le raccoman...

Genova, 8 nov. (Adnkronos Salute) – "Il progetto Mdt (Multidisciplinary team) ha avuto l'obiettivo di delineare un percorso diagnostico e terapeutico per i pazienti con epatocarcinoma che fosse condiviso dai 13 centri del territorio nazionale coinvolti e risultasse in linea con le raccomandazioni nazionali e internazionali. L'ottenimento della certificazione ha rappresentato un momento molto importante, perché con essa abbiamo ricevuto l'approvazione di tutti quegli indicatori ed obiettivi che ci eravamo posti".

Così Maurizio Russello, direttore dell'Unità operativa complessa di Medicina a indirizzo epatologico dell'Arnas (Azienda ospedaliera di rilievo nazionale e di alta specializzazione) Garibaldi di Catania, intervenendo a Genova al 46esimo Congresso nazionale Sifo – Società italiana di farmacia ospedaliera e dei servizi farmaceutici delle aziende sanitarie.

"Il progetto prevedeva la costituzione di un team multidisciplinare, così come raccomandato dalle linee guida – prosegue Russello – perché l'epatocarcinoma è un tumore con prerogative e caratteristiche che solamente un team del genere può gestire. Le attuali opzioni terapeutiche per questo carcinoma vanno dalla resezione chirurgica al trapianto, dalle terapie loco-regionali (chemioembolizzazione e termoablazione) fino alla terapia sistemica, che oggi dà risultati sbalorditivi rispetto ad anni fa. Dunque le competenze multidisciplinari sono necessarie per gestire al meglio questi pazienti, non solamente al momento della diagnosi, ma anche in tutte le fasi successive in cui bisogna prendere una nuova decisione terapeutica, un momento di cui necessariamente tutti i componenti del team devono prendere coscienza".

L'esperto ha quindi presentato i risultati preliminari del progetto Mtd, realizzato con il contributo tecnico di Iqvia Solutions e il supporto non condizionante di AstraZeneca. "Questo percorso – sottolinea – ha migliorato gli esiti clinici del paziente, mettendolo nelle condizioni di avere i migliori trattamenti e la migliore efficacia terapeutica. Non è poi da meno il fatto che il percorso delineato da Mdt metta i pazienti in una condizione di equità, permettendo che tutti vengano gestiti e discussi nell'ambito di un team multidisciplinare. Essere seguito in un centro che ha ricevuto una certificazione esterna da un ente internazionale è inoltre un elemento di sicurezza per il paziente, perché garantisce la qualità e l'efficienza dei percorsi diagnostici e terapeutici. Le cure dell'epatocarcinoma sono molto complesse – rimarca l'epatologo – Non tutti i centri e non tutti gli ospedali possono avere le competenze, le discipline e le attrezzature per poterlo trattare. Noi mettiamo a disposizione il nostro team multidisciplinare a tutti i centri che vogliono e possono riferire il paziente al nostro centro, così che possa essere preso in carico. Il tutto in un'ottica di rete per l'epatocarcinoma, in cui un centro hub multidisciplinare può prendersi carico anche di quei pazienti riferiti da centri che non hanno le attrezzature per affrontare la diagnostica e la terapia".