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Il 18 settembre, l’Ucraina ha ricevuto i corpi di mille soldati deceduti durante il conflitto. Questo evento rappresenta un raro momento di cooperazione tra i due Paesi, mentre le trattative per la pace rimangono ferme. L’annuncio è stato fatto dal quartier generale dedicato ai prigionieri di guerra, che ha comunicato l’impegno degli ufficiali a identificare i corpi nel minor tempo possibile.
Questa operazione segue una serie di scambi di prigionieri, l’ultimo dei quali si è verificato ad agosto, quando 146 detenuti sono stati trasferiti da entrambe le parti. Gli scambi di prigionieri e il recupero dei corpi sono stati tra i pochi successi emersi dai tre cicli di negoziati tenuti a Istanbul tra maggio e luglio.
Mobilitazione italiana per Gaza
Lunedì 22 settembre, l’Italia si prepara a una mobilitazione storica. L’iniziativa è promossa dall’Unione Sindacale di Base (USB) con il motto “Blocchiamo tutto”. Questa manifestazione intende esprimere solidarietà verso Gaza e richiedere la rottura dei rapporti con quello che l’USB definisce “lo Stato terrorista di Israele”. Durante l’evento, si denuncerà la corsa agli armamenti e si sosterrà la missione umanitaria della Global Sumud Flotilla, con l’impegno di mantenere la Palestina al centro dell’agenda civile e politica.
Settori coinvolti nella mobilitazione
Il sciopero generale si svolgerà per l’intera giornata e coinvolgerà diversi settori, sia pubblici che privati. Tra questi figurano trasporti, istruzione, logistica e commercio. È atteso un fermo dei trasporti pubblici, come bus e metropolitane, in molte città. I lavoratori ferroviari sono stati invitati a dimostrare una “grande compattezza”. Le piazze si riempiranno di manifestazioni, molte delle quali mirano a “circondare” le principali stazioni ferroviarie.
Richieste e implicazioni della mobilitazione
L’Unione Sindacale di Base (USB) ha lanciato un appello a tutti coloro che, fino ad ora, sono rimasti silenziosi. L’invito è a manifestare il proprio dissenso e a partecipare attivamente alla mobilitazione. Il movimento richiede sanzioni, embargo e la sospensione delle relazioni diplomatiche e commerciali con Israele. Inoltre, chiede la cessazione del “massacro” e di ogni forma di complicità da parte dei governi occidentali. Diverse città italiane, tra cui Milano, Roma, Napoli e Torino, stanno già preparando manifestazioni. Sono programmati almeno 25 eventi in luoghi simbolici come porti e prefetture.
Il contesto sindacale e le risposte istituzionali
La mobilitazione radicale si inserisce in un contesto più ampio di attivismo politico e sindacale. La CGIL ha indetto una giornata di sciopero per il 19 settembre, chiedendo la sospensione di accordi commerciali con Israele. In contrapposizione, l’USB propone un sciopero totale volto a bloccare i servizi pubblici, sebbene con alcune restrizioni legali. Le istituzioni hanno già avvisato della possibilità di disagi, in particolare per i trasporti pubblici. Tuttavia, l’USB sostiene che lo sciopero si svolgerà come programmato, ad eccezione dei settori essenziali.
Si prevede un periodo di forti contrasti, non solo in merito alla politica estera italiana, ma anche riguardo al ruolo del sindacato come attore politico e alla legittimità del dissenso attraverso lo sciopero. La posta in gioco è elevata: interrompere le relazioni economiche con Israele e posizionare la Palestina al centro del dibattito pubblico. Questo obiettivo potrebbe essere perseguito attraverso uno sciopero che, secondo gli organizzatori, dovrebbe “rompere gli argini”.