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Un anno dopo la strage di Cutro: il ricordo della tragedia

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Un anno dopo la strage di Cutro troppe cose non sono cambiate: il ricordo della tragedia e le contromisure del governo

Era la notte tra il 25 e il 26 febbraio del 2023, esattamente un anno fa, quando un’imbarcazione partita dalla Turchia con a bordo 180 migranti è protagonista di un terribile naufragio avvenuto nei pressi della costa italiana di Steccato di Cutro. Alle prime luci dell’alba, la notizia inizia a circolare e lascia tutti senza parole: 94 persone hanno perso la vita. 365 giorni dopo, una fiaccolata ricorda le vittime della tragedia, ma il disastro di Cutro ha insegnato troppo poco: nel 2024 nel Mediterraneo sono morte una media di quattro persone al giorno.

Strage di Cutro, la testimonianza del dramma

Ho dei ricordi brutti, ancora non riesco a dimenticare. Ho visto, cadaveri bambini. Tutto ricordo, una tragedia vera che poteva essere evitata” – così rammenda la tragedia Vincenzo Luciano, uno dei pescatori che per primo intervenne un anno fa dopo il naufragio del caicco Summer Love. L’uomo è tornato questa mattina sulla spiaggia di Cutro e non trattiene l’emozione nel raccontare a cosa ha assisitito il 26 febbraio del 2023: “Io per primo mi do la colpa perché di solito andavo sempre prima al mare. Quella mattina. Mi do una colpa perché non sono riuscito a salvare nessuno. Appena sono arrivato ho tirato fuori dall’acqua 4 o 5 bambini ma dopo, nell’arco della giornata, ne ho recuperati una quindicina. Vorrei tanto poter dimenticare, ma ancora non ci riesco” – spiega all’Ansa.

Strage di Cutro, 2023 anno nero: il 2024 parte male

Ma quella di Cutro è stata solo la parentesi più nera di un 2023 che dal punto di vista delle morti nel Mediterraneo è stato un anno davvero nefasto. Il portavoce dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, Flavio di Giacomo, tirava una linea al termine dello scorso anno raccontando che in soli 365 giorni ben 2.571 persone avevano perso la vita nel mare di fronte alla nostra Italia, dato in crescita del 60% rispetto al passato recente. E quest’anno le cose non sono affatto cambiate. In due mesi, infatti, sono già più di 100 i migranti morti a largo delle coste italiane, una media spaventosa di 4 decessi al giorno. Cutro, dunque, non ha insegnato nulla, perché al di là dei propositi, i fatti raccontano di drammi vissuti quotidianamente dalle persone che salpano dalle coste dell’Africa in cerca di una vita migliore, ma che si ritrovano spesso a terminare la loro esistenza nel più drammatico dei modi.

Strage di Cutro, le mosse del governo Meloni

Il governo Meloni ha provato a mettere una pezza con il celeberrimo Dl del 10 marzo 2023, noto come Decreto Cutro. Gianfranco Schiavone dell’Asgi, spiega però perché la legge non ha avuto un buon effetto sul tema immigrazione: “I due veri obiettivi del decreto Cutro sono stati il tentativo di ridimensionare la protezione speciale e la demolizione di ciò che di positivo c’era ancora nel sistema pubblico di accoglienza. “Nelle altisonanti dichiarazioni ufficiali il decreto era nato per ‘contrastare l’immigrazione irregolare’ invece l’ha prodotta – prosegue critico Schiavone. Va da sè comprendere che, senza vie legali per uscire dall’Africa, le persone in condizioni disperate continueranno ad affidarsi a mezzi di fortuna, che saranno sempre pericolosi. Insomma, la soluzione non è ancora stata trovata e al momento non sembra nemmeno essere all’orizzonte. Nel frattempo, però, le morti nel Mediterraneo avvengono ogni giorno e Cutro si allontana solo nel tempo.