La sindaca di Lampedusa Giuseppina ‘Giusi’ Nicolini è stata insignita del Premio Houphouet-Boigny per la ricerca della pace dell’Unesco per aver salvato la vita a numerosi rifugiati e migranti e averli accolti con dignità.
Il prestigioso premio è stato vinto anche dall’Ong francese SOS Méditerranée.
Nelle motivazioni diffuse si afferma: “Da quando è stata eletta sindaco nel 2012, Nicolini si è distinta per la sua grande umanità e il suo impegno costante nella gestione della crisi dei rifugiati e della loro integrazione dopo l’arrivo di migliaia di rifugiati sulle coste di Lampedusa e altrove in Italia”.
Il sindaco dei rifugiati
Nicolini da quando è sindaco di Lampedusa ha infatti dovuto gestire una situazione d’emergenza costante per l’arrivo di fiotti di rifugiati sulle coste dell’isola siciliana ogni giorno.
Lei racconta che il momento più difficile è stato il naufragio del 3 ottobre 2013 in cui morirono centinaia di civili tra cui molti bambini proprio davanti alle porte di Lampedusa. “Il momento più difficile, da quando sono sindaca, è stato certamente quel tragico 3 ottobre del 2013, quando davanti alle nostre coste morirono quasi 400 persone, tra cui molti bambini. Quegli istanti non potrò mai dimenticarli, mai”.
Giusi Nicolini è stata anche recentemente insignita – insieme al sindaco di Lesbo – di un altro premio importante: ‘Olof Palme’.
Insieme i due sindaci “hanno aperto i loro cuori e le loro comunità a coloro che fuggivano la guerra, il terrore e la miseria. In un mondo sempre più pericoloso e crudele hanno voluto affermare l’imperativo umanistico: è più importante proteggere gli esseri umani che le frontiere”.
SOS Méditerranée – premiata insieme al sindaco Nicolini – è un’associazione europea che si occupa di portare assistenza a tutte le persone bisognose nel mar Mediterraneo.
Il Premio, istituito nel 1989, è un riconoscimento per tutte le persone, istituzioni od organizzazioni che si sono distinte per la ricerca della pace. Sono stati premiati tra gli altri François Hollande, Nelson Mandela, Shimon Peres e Yasser Arafat.