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Torna Zucchero con impegno civile e ironia in "D.O.C."

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Milano, 7 nov. (askanews) - "I tempi che viviamo non sono più goliardici e sereni, cercare un titolo che rispecchiasse questo album è stato difficile" Parola di Zucchero Fornaciari che esce in tutto il mondo con "D.O.C." (Polydor/Universal Music), l'atteso nuovo disco di inediti. "È venuto fuo...

Milano, 7 nov. (askanews) – “I tempi che viviamo non sono più goliardici e sereni, cercare un titolo che rispecchiasse questo album è stato difficile” Parola di Zucchero Fornaciari che esce in tutto il mondo con “D.O.C.” (Polydor/Universal Music), l’atteso nuovo disco di inediti.

“È venuto fuori parlando con i contadini di andare verso il biologico, di fare cose più di qualità e meno di quantità ed è venuto fuori “D.O.C.”, che è corto, si dice così in tutto il mondo, poi qualche giorno dopo ho letto che vuol dire anche disturbo ossessivo compulsivo, ma va bene lo stesso”.

L’album è anticipato dal primo singolo “Freedom”, perchè la libertà per Zucchero è fondamentale così come il ritorno all’impegno civile. “Tante cose stanno succedendo che ti lasciano un senso di ansia, sono tempi così ecco perché parlo di queste cose senza salire in cattedra. Comunque con i miei doppi sensi con l’ironia ma parlo di queste cose”.

Zucchero ha scelto di fare un album che non suonasse come i precedenti, e ne è uscito un lavoro in cui resta se stesso rinnovandosi. Si parla anche di speranza e di redenzione. “Quando ho finito di fare i testi e li ho messi in bella copia mi sono accorto che in quasi tutte le canzoni ci sono dei riferimenti a una luce, una scia, lo spirito nel buio, se ci sei ti sto cercando…e mi sono detto sta a vedere che mi sto rincretinendo con l’età, o forse incosciamente mi preparo una porta che non si sa mai”.

Nella sua carriera ha dovuto combattere con bigotti e critiche ma ora dall’alto del suo trentennale trionfo dice così.

“Siamo tutti birichini, ognuno ha i suoi peccatucci, le sue manie e devianze, è bello anche averle. Non si può vivere una vita ecclesiastica, francescana. Ma poi tutti quando si confrontano con gli altri sembra che abbiano l’aureola. Ecco questa è ipocrisia. Io non sono così, non lo sono mai stato e continuo a non esserlo”.

Ironico e istrionico, negli anni ha fatto del look e in particolare dei cappelli il suo vezzo, uno per ogni occasione. Tutto parte imitando il nonno.

“Mi sono affezionato e sono diventato un collezionista di cappelli, ovunque vado nel mondo dove c’è un mercatino anche dell’usato prendo cappelli. Questo l’ho fatto fare da alcuni messicani fuori da Los Angeles che ti fanno su misura il cappello”.

Da aprile 2020, “D.O.C.” verrà presentato live in tutto il mondo partendo dall’Australia per arrivare nel nostro Paese il prossimo settembre all’Arena di Verona, luogo definito dall’Artista come “uno dei più bei posti al mondo per fare musica”.