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Primo weekend di lockdown a Torino, il centro è semi-deserto

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Torino, 7 nov. (askanews) - È il primo weekend di lockdown a Torino, con il Piemonte entrato in zona rossa da venerdì 6 novembre. Piazza Castello, in pieno centro, appare semi-deserta. Non va meglio in Piazza San Carlo, il salotto della città, dove si aggirano pochi passanti. Il bar Mokita è t...

Torino, 7 nov. (askanews) – È il primo weekend di lockdown a Torino, con il Piemonte entrato in zona rossa da venerdì 6 novembre. Piazza Castello, in pieno centro, appare semi-deserta. Non va meglio in Piazza San Carlo, il salotto della città, dove si aggirano pochi passanti. Il bar Mokita è tra quelli che ha scelto di rimanere aperto per l’asporto, ma i clienti sono pochi:

“Non è facile, noi tentiamo di impegnarci. Abbiamo allestito questo piccolo banchetto da asporto perché ormai non c’è più il rito del caffè e della chiacchiera col barista. Molti hanno perso il lavoro o devono stare chiusi in casa a fare smart working, ne stiamo risentendo, ma tentiamo di farci forza”.

Più movimento nel quartiere Crocetta. Sotto i portici di Corso Vittorio Emanuele davanti allo storico Caffè Platti non mancano i clienti. Tra i parrucchieri della zona, che rispetto al primo lockdown, sono aperti, lo sconforto è palpabile. Poche fortunate clienti da Rosi Ventrice, dove nei fine settimana non si trova un appuntamento disponibile:

“Anche se siamo aperti siamo penalizzati, perché gran parte della clientela è anche fuori dal proprio comune di residenza, la vedo dura”, lamenta la proprietaria.

“Ieri è stata una giornata un po’ penalizzata, noi il venerdì abbiamo sempre tantissimi appuntamenti in genere, ma ieri fioccavano le disdette. Oggi c’è qualche appuntamento in più, ma non è il solito sabato”, aggiunge.

Da Gino e Gianni, barbieri amati dai vip torinesi, un solo cliente:

“Non c’è molto lavoro, ce n’è poco. Ma anche poco è meglio che niente, no?”, dice uno dei due titolari.

Nel quartiere Cit Turin sembra quasi una giornata normale, se non fosse che al mercato i banchi sono pochi. Qualche cliente in pià alla piccola libreria indipendente Pantaleon, come ci racconta il libraio Davide Franchetto:

“Io sono soddisfatto, mi fa piacere che le librerie siano aperte. Fino a giovedì, alla vigilia del lockdown, si è lavorato moltissimo, forse anche per la paura che potesse chiudere tutto. Da ieri immaginavo che ci potesse essere un freno alla clientela, ma in realtà vedo che non manca. Quindi bene”.