Virginia Raggi, Salvatore Romeo e le cimici in Comune: lo sapevamo

Virginia Raggi sapeva delle cimici in Campidoglio, stando a quanto ha riferito l’ex capo della Segreteria Salvatore Romeo. Il primo cittadino di Roma Virginia Raggi sapeva delle cimici piazzate in Campidoglio. A dirlo è stato l’ex capo della Segreteria della Capitale Salvatore Romeo. Nel corso...

Virginia Raggi sapeva delle cimici in Campidoglio, stando a quanto ha riferito l’ex capo della Segreteria Salvatore Romeo.

Il primo cittadino di Roma Virginia Raggi sapeva delle cimici piazzate in Campidoglio. A dirlo è stato l’ex capo della Segreteria della Capitale Salvatore Romeo. Nel corso di un’intervista rilasciata al Messaggero, Romeo ha affermato che lui e Virginia Raggi sapevano “delle cimici in Comune dal secondo giorno di governo della città”.

Le cimici? “Magari le mettessero”, ha commentato Virginia Raggi, “così saprebbero che non abbiamo nulla da nascondere”. E sulle conversazioni avvenute “sul tetto”, lontano da orecchie indiscrete, Romeo ha precisato che “ci saremo andato quindici volte”.

“Quel giorno”, ha spiegato, “mangiavamo un panino, come sempre, poi è uscita fuori quella foto ed ecco che è scoppiato un caso”.

Rispettare gli omissis nelle conversazioni private

Fra gli atti della Procura ci sarebbero anche le conversazioni via chat fra Virginia Raggi, lo stesso Romeo, Marra e Frongia, sui quali sarebbero già stati applicati vari omissis. Giusto così, secondo Romeo: “se ci sono gli omissis nelle carte dell’inchiesta, tali devono rimanere, perché non hanno rilevanza penale”.

“Faccio un esempio”, ha spiegato Salvatore Romeo, “se io le scrivo in una chat che sono innamorato di lei, e poi viene pubblicato, la gente penserà che io e lei siamo amanti anche se non è vero. E se avrò detto, faccio un altro esempio, che mi piaceva una segretaria, non penso che sia interessante la pubblicazione di questo dialogo”.

Il rapporto con Raffaele Marra e quello con Virginia Raggi

Romeo ha poi raccontato del suo rapporto con Raffaele Marra, conosciuto “nel 2013 quanto lui era il mio capo di dipartimento, Sicuramente ci sarà stato un errore di valutazione evidente da parte mia.

Ma i fatti che gli vengono addebitati sono precedenti al suo rapporto con il M5S che nessuno di noi conosceva”. “Ho pagato il nostro rapporto privilegiato”, ha ammesso, precisando però di non essere “un ingordo di potere”, di non fare “parte di questo mondo”. “Non voglio mettere in difficoltà il mio sindaco: in questa città bisogna lavorare, se ci sono degli ostacoli è un problema”.