Negli ultimi giorni, nella regione Lazio si è registrata la comparsa di altri due casi di infezione da Virus West Nile, una malattia trasmessa dalle zanzare. Questo virus, diffuso soprattutto durante i mesi caldi, può causare sintomi che variano da lievi disturbi influenzali fino a forme più gravi di encefalite. È quindi fondamentale conoscere i segnali d’allarme e le possibili cure per intervenire tempestivamente.
Virus West Nile: quali sono sintomi e cure
Per quanto riguarda sintomi e trattamento, l’infezione da virus West Nile può manifestarsi con disturbi lievi simili a quelli influenzali oppure, in casi più gravi, con encefalite o meningite, soprattutto nelle persone anziane o con condizioni di salute compromesse. Attualmente, non esistono terapie specifiche antivirali, e la gestione si basa principalmente sul supporto medico e sul trattamento dei sintomi.
La trasmissione avviene tramite la puntura di zanzare infette, mentre la diffusione da persona a persona non è possibile. Per questo motivo, la prevenzione si concentra sulla riduzione dell’esposizione alle punture di zanzara attraverso misure individuali e di controllo ambientale. La Regione raccomanda quindi di adottare comportamenti protettivi per evitare il contagio e sottolinea che la sorveglianza e il monitoraggio rimangono fondamentali per contenere la diffusione del virus.
Virus West Nile: rilevati altri due casi nel Lazio
Dopo la conferma dei primi due casi autoctoni di infezione da virus West Nile nel Lazio, registrati nei Comuni di Cisterna e Priverno, sono attualmente in corso accertamenti su altri due pazienti sospetti nella provincia di Latina. I due casi iniziali, diagnosticati dall’Istituto Spallanzani, hanno rappresentato la prima evidenza della circolazione del virus nella regione. I pazienti, di 63 e 72 anni, risultano ricoverati in condizioni stabili presso l’Ospedale Santa Maria Goretti.
La Regione Lazio ha prontamente attivato le misure previste dal piano di sorveglianza entomologica e sanitaria, intensificando i controlli sul territorio senza però rilevare situazioni di allarme.
Finora, in Italia sono stati confermati cinque casi nel 2025, con la maggior parte manifestatasi in forma neuro-invasiva, e il virus è stato rintracciato anche in altre regioni come Veneto, Piemonte, Sardegna, Lombardia ed Emilia-Romagna attraverso la sorveglianza su zanzare, uccelli e cavalli.