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A Viterbo sono comparsi manifesti con frasi ingiuriose rivolte ad Antonio Tajani, leader di Forza Italia, che hanno subito suscitato la reazione del partito. Tra condanne pubbliche e richieste di spiegazioni, l’episodio ha rapidamente alimentato il dibattito politico.
Manifesti offensivi a Viterbo durante la festa di Santa Rosa
Nella mattinata del 3 settembre, diversi cartelli contenenti frasi ingiuriose nei confronti del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani sono comparsi in più punti di Viterbo, in concomitanza con la sua presenza in città per le celebrazioni della festa di Santa Rosa.
I manifesti, affissi nei pressi della sede dell’amministrazione provinciale e lungo il percorso della processione, mostravano una foto del ministro mentre stringeva la mano al premier israeliano Benjamin Netanyahu, con alle spalle le bandiere di Italia e Israele. Sotto l’immagine, su sfondo nero e caratteri bianchi, era riportata la scritta “Tajani, ci fai schifo”.
Viterbo, frasi ingiuriose contro Tajani sui manifesti: la reazione di Forza Italia
Il gesto ha suscitato immediata condanna da parte delle istituzioni locali e dei vertici di Forza Italia, che hanno definito l’episodio “vergognoso” e offensivo. Il coordinamento provinciale del partito ha parlato di insulti inaccettabili nei confronti del proprio segretario, mentre figure come Sandra Savino, Fulvio Martusciello e Giorgio Mulè hanno denunciato l’uso dell’offesa personale in un contesto di festa civica, sottolineando l’importanza del rispetto istituzionale e del confronto politico civile.
La sindaca di Viterbo, Chiara Frontini, ha espresso solidarietà al ministro e ha criticato l’impiego di un evento simbolico e condiviso come la Macchina di Santa Rosa per fini politici, invitando alla moderazione e all’unità cittadina.
Viterbo, frasi ingiuriose contro Tajani sui manifesti: motivazioni e indagini in corso
A rivendicare l’azione è stato il gruppo locale dei Giovani Democratici, che in una nota ha giustificato la scelta come espressione di un giudizio politico sull’operato di Tajani, accusato di mostrare eccessiva vicinanza a Israele nella crisi in Medio Oriente e di non condannare il genocidio a Gaza.
La Digos di Viterbo ha avviato un’indagine per identificare gli autori materiali dei manifesti, acquisendo le immagini delle telecamere di videosorveglianza e analizzando il contenuto dei cartelli per eventuali profili di rilevanza penale. Al momento non risultano denunce formali, ma non si escludono ulteriori sviluppi.