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Welfare Forum 2025: Edenred porta Milano al centro del dibattito

Milano, 2 ott. (askanews) – Milano ha ospitato oggi il Welfare Forum di Edenred Italia, che ha riunito oltre 300 direttori del personale per discutere il futuro del welfare aziendale. Al centro, i dati dell’Osservatorio Welfare: caro-vita come principale preoccupazione (66%), aumento di burnout, turnover e quiet quitting, e un dato significativo – il 58% dei lavoratori vorrebbe un cambiamento concreto sul posto di lavoro.

Giulio Siniscalco, Commercial Director di Edenred Italia, ha sottolineato come il welfare sia ormai decisivo per restituire motivazione e benessere, trasformandosi in una vera leva di competitività.

“Almeno il 70% delle persone la propria vita lavorativa ha sperimentato un fenomeno di burnout. Questo è un problema sicuramente per le persone e per le aziende, di cui non possiamo non farci carico. Occuparsi di benessere delle proprie persone è un investimento e non è un costo e quindi le persone che stanno bene sono più fidelizzate e quindi per trattenere i talenti all’interno dell’azienda e per essere attrattivi il welfare aziendale non è sicuramente la panacea ma è uno strumento importante che all’interno di una cultura aziendale appunto di benessere può trattenere e cercare appunto di limitare questo fenomeno”.

Fabrizio Ruggiero, Amministratore Delegato di Edenred Italia, ha riportato l’attenzione sul tema del Work-Life Balance, concetto nato negli anni ’70 e tornato oggi di grande attualità: non solo come rivendicazione lavorativa ma come una nuova esigenza reale di ricerca di equilibrio tra vita privata e professionale.

“Work-life balance nasce negli anni 70 in UK, dopo 50 anni in qualche modo non è secondo noi, secondo quello che vediamo insieme ai nostri clienti, adeguato al contesto. Oggi con le nuove generazioni gen Z che arrivano al mondo del lavoro non c’è più una separazione fra work e life, c’è una vita dentro cui il lavoro deve essere una parte importante, deve essere lavoro buono. Oggi una persona ingaggiata e motivata attaccata all’azienda performa di più, si impegna di più, mette se stesso dentro il posto di lavoro. Quello che una ricerca di sdabocconi ci dice è che questo porta fino a un 10% di fatturato in più e di risultato in più per le aziende che lo fanno”.

La giornata si è chiusa con l’intervento della psicologa Stefania Andreoli, che ha evidenziato come il conflitto sociale sia passato da una “lotta di classe” a un divario generazionale. Oggi si parla più delle relazioni sul posto di lavoro che del lavoro in sé: le nuove generazioni chiedono ambienti sani, dove le relazioni positive sono al centro della quotidianità anche lavorativa.

“Quando ti parlano del lavoro, ti parlano in termini di relazioni. Per loro il lavoro sono le persone. Mentre gli adulti ti dicono cosa fanno loro o gli altri, i giovani adulti ti dicono come si comportano loro e gli altri. In termini morali, in termini etici, in termini inclusivi, in termini di contemporaneità”.

Il Welfare Forum 2025 ha così confermato Milano come capitale del dibattito sul futuro del lavoro, con il welfare al centro di una trasformazione che mette prima di tutto le persone.