Roma, 31 ago. (askanews) – Jude Law è arrivato a Venezia nei panni di Vladimir Putin. L’attore inglese ha presentato il film di Olivier Assayas “Il Mago del Cremlino”, in concorso alla Mostra e nei cinema nel 2026. Un’opera molto attesa, ispirata all libro di Giuliano da Empoli, sceneggiata da Assayas e dallo scrittore Emmanuel Carrère, che mostra la costruzione del sistema verticale e verticistico creato da Putin, spinto da una rabbia feroce.
Il film è ambientato in Russia nei primi anni ’90: l’URSS è crollata e nel caos di un Paese che cerca di ricostruirsi, Vadim Baranov, interpratato da Paul Dano, è un giovane uomo dalla mente brillante che deve trovare la propria strada. Da artista d’avanguardia diventa consigliere di un ex agente del KGB destinato a conquistare il potere assoluto, colui che sarà conosciuto come “lo Zar”, Vladimir Putin.
Jude Law ha spiegato: “Il film racconta un capitolo molto specifico della storia e cosa successe dall’altra parte. Il motivo per cui Giuliano e Olivier hanno scelto quello specifico capitolo secondo me non è tanto per spiegare cosa è successo da allora ma per capire meglio i comportamenti del personaggio, per scoprire cosa lo ha forgiato. Io per interpretarlo non dovevo cercare un’empatia con lui, devi osservare tutto con spirito razionale: devi capire perché è arrivato in quel posto, cosa lo ha spinto. Non puoi fermarti al giudizio”.
“Il Mago del Cremlino” è una discesa negli oscuri meandri del potere, un racconto in cui ogni parola è parte di un disegno. “Credo che le persone che hanno posizioni di potere o aspirano ad averlo abbiano tutti un lato tirannico. – ha detto Law – Questo non è solo un film su Vladimir Putin ma su un’era, un terreno politico, è pieno di sfumature e provocherà delle domande negli spettatori”.
Immerso nel cuore di quel sistema in transizione, il protagonista del film, Baranov, diventa lo spin doctor della nuova Russia, creando discorsi, fantasie e percezioni. “Spero che questo film aiuti a capire meglio l’oggi, anche se credo che alla base ci sia soprattutto il desiderio di provocare emozioni e domande. Quello che emerge è sicuramente come il potere moderno, la politica di oggi, si basi sulla cancellazione della verità” ha affermato Paul Dano.