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Il mondo del cinema palestinese piange la scomparsa di Mohammad Bakri, un attore e regista che ha dedicato la sua vita a raccontare storie di resistenza e identità. Deceduto all’età di 72 anni a causa di complicazioni legate al cuore e ai polmoni, Bakri ha avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione del cinema palestinese negli ultimi cinquant’anni.
Nato nel 1953 nel villaggio di Bi’ina, nel nord di Israele, Bakri è stato un pioniere nel portare alla luce le esperienze e le sofferenze del popolo palestinese attraverso il suo lavoro. Il suo documentario più celebre, Jenin, Jenin, rielabora eventi tragici avvenuti in un campo profughi palestinese, diventando un simbolo di denuncia contro l’occupazione.
Un eroe della narrazione palestinese
Bakri è diventato noto per il suo film del 2002, Jenin, Jenin, che raccoglie le testimonianze di chi ha vissuto un’operazione militare israeliana che ha portato alla morte di 52 palestinesi. Questa pellicola ha suscitato un acceso dibattito in Israele e ha sollevato interrogativi sulla libertà di espressione, portando Bakri a combattere una lunga battaglia legale contro la censura.
, il film è stato vietato dalla proiezione, una decisione confermata dalla Corte Suprema israeliana, che lo ha etichettato come diffamatorio. Bakri ha dichiarato: “Intendo fare appello alla sentenza, è ingiusta e nega la mia verità”. Questa battaglia legale ha segnato profondamente la sua carriera, rendendolo un simbolo di resistenza culturale.
Un attore di talento e un narratore appassionato
La carriera di Bakri non si limita a Jenin, Jenin. Ha recitato in oltre 40 film, tra cui il riconosciuto Beyond the Walls del 1984, che gli ha valso un’attenzione internazionale. La sua interpretazione di un prigioniero palestinese ha messo in luce la condizione dei detenuti e ha contribuito a creare una coscienza globale sulla questione palestinese.
Oltre al suo lavoro cinematografico, Bakri ha portato in scena The Pessoptimist, un monologo basato sul romanzo di Emile Habibi. Questa performance, che ha girato il mondo per oltre 1.500 volte, ha cementato il suo status di icona culturale e ha reso la sua voce ancora più potente nel raccontare l’identità palestinese.
Un’eredità duratura
La morte di Mohammad Bakri segna una grande perdita per il mondo del cinema e della cultura palestinese. Lascia dietro di sé una moglie, Leila, e sei figli, tra cui gli attori Saleh, Ziad e Adam, che continuano il suo legato artistico. La sua vita è stata dedicata a dare voce a chi non ne ha e a sfidare le narrazioni ufficiali, rendendolo un simbolo di speranza e resistenza.
Il suo funerale, tenutosi lo stesso giorno della sua morte a Bi’ina, ha visto la partecipazione di molti che hanno voluto onorare la sua memoria e il suo impegno. La sua eredità vivrà attraverso le opere che ha creato e le storie che ha raccontato, continuando a ispirare le generazioni future nella lotta per la giustizia e i diritti.