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L’arte del bianco e nero perde il suo più grande interprete: è morto Gianni Berengo Gardin

Gianni Berengo Gardin

L’Italia in trasformazione vista attraverso l’obiettivo del maestro Gianni Berengo Gardin. Addio a un grande artista.

Si è spento Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi maestri della fotografia italiana e internazionale. Con il suo sguardo unico e il suo talento nel raccontare storie in bianco e nero, ha saputo catturare l’essenza di un’Italia autentica, spesso nascosta, fatta di volti, paesaggi e momenti che hanno segnato la memoria collettiva. La sua opera rimane un patrimonio prezioso, un viaggio nel tempo che continua a emozionare e ispirare generazioni di fotografi e appassionati.

Oggi, il mondo della fotografia piange la scomparsa di un vero interprete dell’arte visiva.

Il cordoglio del sindaco di Venezia per la morte di Gianni Berengo Gardin

Negli anni Sessanta, Berengo Gardin fu incaricato da Olivetti come fotografo ufficiale, un ruolo che rappresentò per lui un passaggio cruciale nella carriera, consentendogli di unire abilità tecnica e linguaggio visivo. Attraverso i suoi lavori per l’azienda di Ivrea, considerata una pioniera nella comunicazione visiva, riuscì a raccontare un’Italia in rapido cambiamento: un Paese dinamico, industrializzato e moderno, ma ancora profondamente radicato nelle proprie tradizioni sociali. Durante questo periodo, realizzò scatti di impianti produttivi, scene di vita aziendale e progetti architettonici innovativi.

“Con la scomparsa di Gianni Berengo Gardin, Venezia perde un grande interprete della sua anima. Le sue fotografie hanno saputo raccontare la città con sguardo autentico e profondo, restituendone la bellezza, l’umanità, le eterne contraddizioni tra acqua, terra e cielo. E’ stato un testimone partecipe, capace di trasformare ogni immagine in una riflessione sul tempo, sulla società, sul cambiamento. Pur partendo da posizioni diverse, ho sempre riconosciuto in lui un artista capace di toccare corde sincere. A nome dell’intera Città di Venezia e mio personale, desidero esprimere il più profondo cordoglio per la sua scomparsa e mi unisco con rispetto al dolore della famiglia e di quanti gli hanno voluto bene”.

La cura per il dettaglio e una composizione rigorosa divennero tratti distintivi del suo stile, facendo sì che quelle fotografie andassero oltre la semplice documentazione tecnica per trasformarsi in autentici ritratti dell’identità industriale italiana.

Addio al maestro del bianco e nero: è morto Gianni Berengo Gardin

Gianni Berengo Gardin si è spento a Genova all’età di 94 anni, lasciando un’impronta indelebile nel panorama fotografico mondiale. Nato a Santa Margherita Ligure nel 1930, ha vissuto e lavorato in diverse città europee prima di stabilirsi a Milano nel 1965, dove ha dato il via alla sua carriera professionale.

La sua opera, profondamente legata al racconto visivo dell’Italia e oltre, abbraccia il reportage sociale, l’architettura e la descrizione ambientale. Collaboratore di importanti testate italiane e internazionali, Berengo Gardin ha pubblicato più di 260 volumi e realizzato oltre 360 mostre personali, conquistando riconoscimenti di prestigio in tutto il mondo.

Il suo approccio alla fotografia si distingueva per la grande attenzione all’aspetto sociale e civile, privilegiando l’impegno etico alla mera estetica. Attraverso le sue immagini, ha documentato con sensibilità e rigore decenni di trasformazioni culturali, urbane e industriali, rivelando realtà spesso nascoste o trascurate. Tra i suoi lavori più celebri si ricordano i reportage nei manicomi italiani, che hanno contribuito a un importante dibattito sociale, e le sue fotografie dedicate a Venezia, città che ha sempre considerato sua casa spirituale.

“Il mio lavoro non è artistico, ma sociale e civile. Non voglio interpretare, voglio raccontare“.