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Al Salone del Libro di Torino il nuovo romanzo di Teresa Ciabatti “Donnaregina”: due storie intrecciate come i motivi a canestro

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La scrittrice Teresa Ciabatti, tornata in libreria da aprile, ha presentato in questo weekend al Salone del Libro di Torino il suo ultimo libro Donnaregina (Mondadori).

Un romanzo intenso, incalzante e indagatore dell’animo umano, costruito con la singolare e originalissima maestria narrativa che ormai la contraddistingue.
Donnaregina è un fitto intreccio emotivo   “a motivo a canestro”:  due storie in una – soggetto della narrazione e io narrante – che si alternano, si confrontano, si sovrappongono. L’incedere e il procedere del romanzo è un continuo gioco di piani narrativi e rimandi reciproci – una figura entra, l’altra esce (allo scoperto)  – cedendo il passo e riprendendo a turno il centro della scena, in una coreografia emotiva che non lascia tregua e a tratti sembra anzi fondersi.

Fulcro del racconto è l’incontro per un’intervista a Giuseppe Misso, detto ’o nasone, ex camorrista: un colloquio che si trasforma, da incontro sporadico per domande e risposte, ad appuntamento sistematico e confidenziale – più volte di persona e altrettante per telefono – intraprendendo un viaggio nella memoria, nella colpa, nella redenzione. È attraverso le testimonianze dettagliate e le confessioni intime di Misso che il libro di Teresa Ciabatti prende corpo e quota, alzandosi in volo come le colombe presenti in alcune pagine; tuttavia sono anche e soprattutto i particolari infinitesimali, di poco conto, a definire in modo determinante il tono, lo stile e la postura della narrazione.
Frammenti apparentemente minori, diventano qui la vera grammatica simbolica del libro.
L’autrice, finalista al Premio Strega 2017 con il romanzo “La più amata”, è annoverata tra le voci  più interessanti e potenti della narrativa italiana contemporanea. In “Donnaregina” Ciabatti conduce il lettore al suo stesso tavolo di intervista e attraverso una lente intimista che ingigantisce, riduce e deforma (oltre a fare da specchio) restituisce un’unica sinossi: quella della vita stessa, con i suoi dolori, le sue bellezze, le sue zone d’ombra.
Il fil rouge di Donnaregina – nella duplice accezione di toponimo della città di Napoli e  di femminilità autorevole – è fatto di traumi, affetti, mancanze ricevute e rese. È vita vissuta, nel bene e nel male, che si fa parola attraverso una prosa asciutta, coraggiosa e veloce, tanto cruda quanto necessaria.
È la vita di un boss che Teresa Ciabatti consegna al lettore senza filtri, con la verità disarmante che caratterizza la sua scrittura disturbante, perché giunge a toccare zone profonde e territori inconsci di ognuno di noi. Che siamo tutti, nessuno escluso, vittima e carnefice alternativamente. Come i motivi a canestro di certe borse di lusso.