Un romanzo intenso, incalzante e indagatore dell’animo umano, costruito con la singolare e originalissima maestria narrativa che ormai la contraddistingue.
Donnaregina è un fitto intreccio emotivo “a motivo a canestro”: due storie in una – soggetto della narrazione e io narrante – che si alternano, si confrontano, si sovrappongono. L’incedere e il procedere del romanzo è un continuo gioco di piani narrativi e rimandi reciproci – una figura entra, l’altra esce (allo scoperto) – cedendo il passo e riprendendo a turno il centro della scena, in una coreografia emotiva che non lascia tregua e a tratti sembra anzi fondersi.
Fulcro del racconto è l’incontro per un’intervista a Giuseppe Misso, detto ’o nasone, ex camorrista: un colloquio che si trasforma, da incontro sporadico per domande e risposte, ad appuntamento sistematico e confidenziale – più volte di persona e altrettante per telefono – intraprendendo un viaggio nella memoria, nella colpa, nella redenzione. È attraverso le testimonianze dettagliate e le confessioni intime di Misso che il libro di Teresa Ciabatti prende corpo e quota, alzandosi in volo come le colombe presenti in alcune pagine; tuttavia sono anche e soprattutto i particolari infinitesimali, di poco conto, a definire in modo determinante il tono, lo stile e la postura della narrazione.
Frammenti apparentemente minori, diventano qui la vera grammatica simbolica del libro.
L’autrice, finalista al Premio Strega 2017 con il romanzo “La più amata”, è annoverata tra le voci più interessanti e potenti della narrativa italiana contemporanea. In “Donnaregina” Ciabatti conduce il lettore al suo stesso tavolo di intervista e attraverso una lente intimista che ingigantisce, riduce e deforma (oltre a fare da specchio) restituisce un’unica sinossi: quella della vita stessa, con i suoi dolori, le sue bellezze, le sue zone d’ombra.
Il fil rouge di Donnaregina – nella duplice accezione di toponimo della città di Napoli e di femminilità autorevole – è fatto di traumi, affetti, mancanze ricevute e rese. È vita vissuta, nel bene e nel male, che si fa parola attraverso una prosa asciutta, coraggiosa e veloce, tanto cruda quanto necessaria.
È la vita di un boss che Teresa Ciabatti consegna al lettore senza filtri, con la verità disarmante che caratterizza la sua scrittura disturbante, perché giunge a toccare zone profonde e territori inconsci di ognuno di noi. Che siamo tutti, nessuno escluso, vittima e carnefice alternativamente. Come i motivi a canestro di certe borse di lusso.