Cdm sulla Manovra, introdotta Quota 103 per il 2023. Addio al RdC dal 1° gennaio 2024

Via libera a Quota 103 per le pensioni e addio dal reddito di cittadinanza a partire dal 2024: tutte le decisioni del Cdm sulla manovra.

In attesa della conferenza stampa che si terrà alle 10:00 di martedì 22 novembre, ha avuto luogo a Palazzo Chigi il Cdm sulla Manovra.

In questa circostanza, è stato discusso un ampio ventaglio di iniziative che spaziano dal reddito di cittadinanza alle pensioni.

Al via il Cdm sulla Manovra, le misure sul tavolo: dal reddito di cittadinanza…

Ha avuto inizio alle 20:30 di lunedì 21 novembre il Consiglio dei ministri sulla manovra di bilancio. Al termine della riunione, era prevista una conferenza stampa. A riferirlo è stato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Facciamo la conferenza stampa dopo che abbiamo approvato la Manovra”, ha detto ai giornalisti mentre lasciava la Camera al termine del vertice di Governo e si recava a Palazzo Chigi per presiedere il Cdm.

Con il procedere dell’incontro, tuttavia, è stato riferito che la conferenza stampa è stata rinviata alle ore 10:00 di martedì 22 novembre.

Intanto, fonti di Governo hanno riferito che l’intenzione dell’esecutivo consiste nell’abolire il Reddito di Cittadinanzaper tutti i cittadini italiani a partire dal 1° gennaio 2024 e sostituirlo con una nuova riforma “perché serve un cambiamento a 360°”.

…alle pensioni

Uno dei nodi cruciali della manovra, poi, riguarda le pensioni.

È stata, infatti, confermata l’introduzione di Quota 103 che consente ai lavoratori che abbiano compiuto 62 anni di età e che abbiano all’attivo più di 41 anni di contributi di andare in pensione. La misura, come già accennato, rimarrà in vigore esclusivamente per il 2023.

Restando in materia di pensioni, verranno apportate modifiche a Opzione Donna: si uscirà, infatti, all’età di 58 anni con duo o più figli, a 59 anni se si ha un figlio solo e a 60 per chi non ha figli.

Le misure da inserire in Manovra la vaglio del Cdm

A Cdm ancora in corso, le agenzie di stampa hanno riportato che il progetto sull’azzeramento dell’Iva su pane, pasta e latte sarebbe stato abbandonato. Il Governo, però, sta ipotizzando di inserire in manovra una carta spesa per i meno abbienti ossia i cittadini che hanno un reddito non superiore ai 15 mila euro. A tal fine, dovrebbe essere istituito un fondo di 500 milioni per coprire l’acquisto di beni di prima necessita come pane, pasta e latte da parte dei cittadini in difficoltà economiche.

La carta dovrebbe essere gestita dai comuni e dovrebbe sostituire il mancato azzeramento dell’Iva sui beni di prima necessità.

Ancora in discussione, invece, la riduzione al 5% dell’Iva sui prodotti per l’infanzia (come pannolini, biberon, omogeneizzati, attualmente al 22%) e sugli assorbenti (attualmente al 10%).

Fonti di Governo, poi, hanno riferito che è al vaglio dell’esecutivo la possibilità di inserire in manovra l’innalzamento del credito di imposta dal 30 al 35% per le piccole e medie imprese al fine di mitigare gli effetti del caro energia.

A proposito di aziende, è probabile che si decida di optare per una decontribuzione totale per le aziende che assumono under 35.

In manovra potrebbe finire anche la norma per bloccare gli aumenti delle multe stradali e l’estensione della flat tax fino ai redditi entro gli 85 mila euro.