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Alberto Trentini detenuto a Caracas: Meloni contatta la madre e prepara la risposta del Governo

alberto trentini meloni

Alberto Trentini arrestato a Caracas: la madre riceve una chiamata rassicurante dalla premier Meloni. Le trattative per il suo ritorno in Italia sono in corso.

Il 15 novembre 2024, il cooperante italiano Alberto Trentini, originario del Lido di Venezia, veniva arrestato a Caracas, in Venezuela. La sua detenzione, ancora priva di una spiegazione chiara, ha scosso profondamente la sua famiglia e l’Italia intera.

Alberto Trentini arrestato in Venezuela: la telefonata della premier Meloni alla madre

La notizia arriva nel mezzo di una missione umanitaria: Trentini si trovava in Venezuela con l’ONG Humanity & Inclusion, portando aiuti umanitari a chi vive con disabilità.

Ma proprio mentre si stava dirigendo da Caracas a Guasdalito, un posto di blocco lo ferma. L’autista dell’ONG e lui vengono arrestati. Da allora, silenzio. Un silenzio assordante che dura da mesi.

La madre di Alberto Trentini, Armanda Colusso, ha dovuto affrontare la disperazione di non avere notizie del figlio. Eppure, un barlume di speranza è arrivato: la presidente del Consiglio, la premier Meloni, ha personalmente chiamato Armanda per rassicurarla. «Il governo è al lavoro per riportarlo a casa», ha detto Meloni, assicurando che le trattative con il regime di Nicolas Maduro sono in corso. La telefonata, avvenuta grazie all’intervento del senatore Raffaele Speranzon, ha offerto una speranza.

Cosa sappiamo di più sulla situazione di Trentini? Le autorità venezuelane hanno confermato l’accusa di terrorismo, ma i dettagli sono sfocati. Trentini è stato in Venezuela per un lavoro di cooperazione internazionale: prima di Humanity & Inclusion, aveva lavorato con altre ONG in Colombia, Perù, Libano, e persino in Etiopia e Nepal. Nonostante il suo impegno in missioni di aiuto, la sua detenzione resta un mistero.

Alberto Trentini, il governo Meloni al lavoro per riportarlo a casa: quello che sta accadendo

La sofferenza per la famiglia Trentini è stata insostenibile. Dopo mesi di attesa, senza nemmeno un colloquio con un console italiano, la madre ha deciso di rompere il silenzio. In gennaio, Armanda ha cominciato a parlare pubblicamente della sua tragedia, aiutata dall’avvocato Alessandra Ballerini, nota per il suo impegno nelle cause legate ai diritti umani, come quella della famiglia Regeni. Le sue parole, giunte anche in trasmissioni televisive, hanno messo in luce la gravità della situazione.

E ora? Il governo italiano ha dichiarato di essere al lavoro. Ma come può una madre, che ogni giorno spera di sentire la voce del figlio, stare tranquilla? Le trattative sono delicate, e mentre il silenzio continua, cresce il timore che il tempo stia per scadere. Trentini non è solo un cooperante, ma un uomo che, come tanti altri prima di lui, sta pagando il prezzo di una politica che non ha nulla a che fare con la sua missione di pace.

Nel frattempo, gli amici e sostenitori di Alberto hanno avviato iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica, come una staffetta di digiuno alternato per 24 ore. Ma, mentre la speranza di una risoluzione cresce, la verità resta lontana. Cosa succederà nei prossimi giorni? Il governo italiano promette impegno per riportare a casa Alberto Trentini.