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Alluvione di Favara, trovato il corpo di Marianna Bello dopo 18 giorni di ricerche

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Dopo 18 giorni di ricerche alcuni cacciatori hanno segnalato la presenza del corpo della donna. Le prime ipotesi

Di lei non si avevano notizie da 18 giorni, quando era stata travolta dalla violenza della corrente scatenata dall’alluvione che si era abbattuta sulla città di Favara. Da allora le ricerche non si sono mai fermate, nel tentativo di trovarla in tempi rapidi. Ma solo oggi, dopo 18 giorni dal dramma, il corpo di Marianna Bello è stato individuato.

É accadduto durante una battuta di caccia, quando il cadavere della 38enne è stato localizzato nel mare di contrada Misita, ad Agrigento. I primi aggiornamenti dalle indagini.

Marianna Bello dispersa nell’alluvione di Favara: il corpo trovato dopo 18 giorni di ricerche

Il cadavere di Marianna Bello si trovava nascosto in un canneto, nel punto nel quale il fiume Naro raggiunge il mare. Di lei non si avevano notizie dal 1 ottobre: quel giorno l’alluvione che si è abbattuta su Favara l’aveva trascinata via, facendo perdere le sue tracce. Alcuni cacciatori, dopo che per tre settimane sono state condotte ricerche senza sosta, hanno segnalato la presenza del corpo della donna, madre di tre figli, identificata successivamente.

Sul posto oltre alle forze dell’ordine sono intervenuti gli uomini della polizia scientifica ed il medico legale oltre al sindaco di Favara Antonio Palumbo e al sostituto procuratore. I familiari della donna sono stati rapidamente allertati per poter procedere con il riconoscimento del corpo, trovato privo di vestiti e coperto di fango. In centinaia hanno lavorato e collaborato alle operazioni di ricerca che hanno visti impegnati soccorritori ma anche unità cinofile, speleologi e sommozzatori oltre a numerosi cittadini volontari. Un lavoro collettivo al quale hanno fatto seguito gli appelli dei familiari della donna, affinché le ricerche potessero essere prorogate. Secondo quanto ipotizzato la donna, travolta dalle acque dell’alluvione, sarebbe stata trasportata all’interno di un collettore con le grate sollevate. Un esposto verrà presentato dal legale della famiglia allo scopo di “verificare eventuali responsabilità” e “fare piena luce sulla morte della donna”.