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**Almasri: relazione Giunta, '22 violenze sessuali documentate e 34 omicidi accertati'**

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Roma, 10 set (Adnkronos) - Sono 22 i casi di violenza sessuale "documentate" e 34 gli omicidi "accertati" ("quattro per ferite da arma da fuoco, dodici per torture, sedici per mancanza di cure mediche e due per esposizione a condizioni climatiche estreme") che emergono ...

Roma, 10 set (Adnkronos) – Sono 22 i casi di violenza sessuale "documentate" e 34 gli omicidi "accertati" ("quattro per ferite da arma da fuoco, dodici per torture, sedici per mancanza di cure mediche e due per esposizione a condizioni climatiche estreme") che emergono dagli atti della Corte penale internazionale relativi al Almasri. E' quanto si legge nella relazione della Giunta per le autorizzazioni della Camera per l'esame della richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti del ministro della Giustizia Nordio, del ministro dell’Interno Piantedosi e del sottosegretario alla Presidenza Mantovano.

"Come emerge dal mandato d’arresto spiccato dalla Corte penale internazionale (pubblicato sul sito internet della Corte medesima), le imputazioni a carico di Almasri riguardano una pluralità di condotte criminose di eccezionale gravità tenute, in particolare, nella prigione di Mitiga, in Libia, dove Almasri avrebbe avuto un ruolo direttivo", si legge nella relazione effettuata nella riunione di oggi della Giunta da Federico Gianassi (Pd).

"In particolare, Almasri riveste posizione apicale nel Special Defence Force (SDF) Rada, un gruppo islamico radicale, le cui azioni si indirizzano verso soggetti estranei al conflitto. In particolare, gli attacchi si indirizzano contro le oltre 5.000 mila unità di persone detenute nella prigione di Mitiga, verso coloro che sono identificati come oppositori della RADA e delle milizie ad essa alleate, per ragioni religiose (contro cristiani e atei), per pretesi motivi morali (ad esempio, contro omosessuali) e in generale con finalità di costrizione", prosegue la relazione.

(Adnkronos) – "La Camera in via preliminare ha ritenuto sussistenti e fondati motivi per affermare che egli abbia commesso crimini contro l’umanità e crimini di guerra, conformemente allo standard probatorio richiesto dall’articolo 58 dello Statuto di Roma. La detenzione illegale di esseri umani avrebbe costituito pratica sistematica: persone prive di effettive garanzie difensive sarebbero state incarcerate senza basi giuridiche, senza cure mediche e senza contatti familiari, subendo torture, interrogatori coercitivi e condizioni detentive disumane, con celle sovraffollate, non ventilate, caratterizzate da malnutrizione e isolamento forzato. Numerosi casi avrebbero avuto esito letale", si legge nella relazione.

"Le accuse comprendono altresì torture attraverso percosse con pugni, tubi in plastica, bastoni, scariche elettriche, costrizioni a posizioni di stress come il balanco o la falqa, nonché la detenzione in spazi angusti. A tali condotte si aggiungono numerose accuse di violenze sessuali (ventidue delle quali documentate), che sarebbero state perpetrate dal personale della milizia SDF/RADA e dallo stesso Almasri -prosegue la relazione-. Essi avrebbe rocolpito donne, minori e uomini detenuti; avrebbero effettuato stupri, molestie e perquisizioni corporali umilianti, anche pubbliche".

"La Corte ha inoltre accertato almeno trentaquattro omicidi nella prigione: quattro per ferite da arma da fuoco, dodici per torture, sedici per mancanza di cure mediche e due per esposizione a condizioni climatiche estreme. Infine, è stata contestata una condotta persecutoria sistematica, che si sarebbe concretizzata in privazioni di diritti fondamentali, lavori forzati, maltrattamenti e indottrinamento religioso. Il personale imprigionato sarebbe poi stato discriminato per origine, credo, genere, orientamento sessuale o opinioni politiche. Ai sensi dell’articolo 25 dello Statuto, la CPI ha ritenuto Almasri responsabile quale autore materiale, coautore, mandante, istigatore o complice, in ragione del suo potere di comando, della sua diretta partecipazione e della sistematicità delle violenze poste in essere. In particolare le violenze venivano riferite ad Almasri che ordinava di percuotere i detenuti senza lasciare tracce visibili e puniva le guardie che, impietosite, consentivano ai detenuti contatti con i familiari o approvvigionamento di cibo di migliore qualità”, dice ancora la relazione.