La vicenda di Sulmona, dove tre giovani – un maggiorenne e due minorenni – sono stati arrestati per abusi sessuali su una ragazzina 12enne e per la diffusione di video delle violenze su gruppi WhatsApp, evidenzia come la tecnologia possa amplificare i danni subiti dalle vittime. Il caso sottolinea la doppia gravità del reato: non solo l’abuso sessuale, ma anche la produzione e la condivisione di materiale pedopornografico che espone la vittima a ulteriore violenza psicologica e sociale.
Arrestati tre ragazzi a Sulmona per abusi su una 12enne
Tre giovani, tra cui un 18enne e due minorenni, sono stati rintracciati nelle rispettive abitazioni dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Sulmona e successivamente condotti, il maggiorenne presso la casa circondariale di Sulmona e i due minori all’Istituto Penale Minorile di Casal del Marmo, a Roma.
La misura cautelare è stata disposta dai giudici per le indagini preliminari dei tribunali dell’Aquila e per i minorenni sulla base di gravi indizi di colpevolezza raccolti durante le indagini coordinate dalle Procure della Repubblica ordinaria e minorile.
Arrestati tre ragazzi a Sulmona per abusi su una 12enne. Avevano diffuso il video su WhatsApp
Le indagini erano iniziate alla fine di agosto, quando la vittima, una 12enne, aveva contattato il numero di emergenza per l’infanzia “114” raccontando di essere stata costretta a subire abusi sessuali, anche di gruppo, e di divulgare un video realizzato a sua insaputa da uno degli indagati su alcune chat WhatsApp.
Inizialmente sotto inchiesta erano finiti un 18enne e un 14enne, a cui successivamente si è aggiunto un 17enne ritenuto autore di uno dei video diffusi.
Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, di violenza sessuale di gruppo aggravata, violenza sessuale aggravata, atti sessuali con minori di 14 anni, produzione e detenzione di materiale pedopornografico e atti persecutori.