Un allenatore di basket di 28 anni della provincia di Brescia è stato arrestato per aver adescato minorenni sui social fingendosi una ragazza di 16 anni. L’uomo ha convinto ragazzi tra i 13 e i 16 anni, molti suoi allievi o avversari delle squadre giovanili, a inviare foto e video sessualmente espliciti. Il caso mette in luce i rischi concreti dei social network per gli adolescenti e sottolinea l’importanza della vigilanza di genitori, scuole e società sportive.
Arrestato allenatore di basket a Brescia: abuso di ruolo e prove raccolte
Un allenatore di basket di 28 anni della provincia di Brescia è stato posto agli arresti domiciliari con accuse gravissime: violenza sessuale, pornografia minorile e sostituzione di persona. L’uomo, residente a Darfo Boario, si spacciava online per una ragazza di 16 anni, riuscendo a convincere diversi minorenni a inviare immagini e video sessualmente espliciti.
L’indagine, coordinata dalla Procura di Brescia e condotta dai carabinieri della Compagnia di Chiari, è partita dalla segnalazione di un genitore insospettito dal comportamento del figlio. Le verifiche hanno permesso di individuare almeno sedici vittime tra i 13 e i 16 anni, provenienti da varie province, tra cui Brescia, Bergamo, Milano, Napoli e Chieti.
Le autorità invitano chi abbia ricevuto messaggi sospetti a segnalarli, mentre proseguono gli accertamenti per verificare eventuali altri giovani coinvolti.
Arrestato allenatore di basket a Brescia: si fingeva ragazzina per avere foto di minori
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’allenatore sfruttava il suo ruolo per contattare sia i ragazzi della squadra giovanile che allenava sia i giovani avversari incontrati durante le partite. Prima di iniziare le conversazioni, l’uomo chiedeva sempre l’età delle vittime e utilizzava un falso profilo per ottenere materiale intimo. Tra le prove raccolte figurano anche video girati di nascosto nei bagni dello spogliatoio, a conferma dell’abuso della fiducia legata al suo incarico.
La società sportiva con cui collaborava aveva recentemente risolto il contratto, dopo che l’allenatore aveva richiesto una pausa non concessa.
Le autorità sottolineano come la posizione di responsabilità sportiva dell’indagato abbia aggravato la gravità dei reati, evidenziando la vulnerabilità dei minori coinvolti.