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Arresto di un archeologo russo in Polonia e le risposte da Mosca

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Alexander Butyagin, archeologo russo, è stato arrestato in Polonia con accuse di scavi illegali in Crimea. Ecco le reazioni del Cremlino.

Recentemente, la Polonia ha arrestato un noto archeologo russo, Alexander Butyagin, in relazione a presunti scavi illegali effettuati in Crimea, una regione contesa tra Russia e Ucraina. L’arresto ha suscitato immediate reazioni da parte delle autorità russe, che hanno denunciato l’accaduto come un atto di abuso legale.

Dettagli sull’arresto

Butyagin, che dirige il dipartimento di archeologia antica presso il Museo Hermitage di San Pietroburgo, è stato fermato a Varsavia mentre si trovava in viaggio per tenere una serie di conferenze in Europa.

Secondo quanto riportato dai media polacchi, l’arresto è avvenuto il 4 dicembre e un tribunale locale ha deciso di mantenere l’archeologo in custodia per un periodo di 40 giorni, in attesa di una richiesta di estradizione da parte delle autorità ucraine.

Le accuse in Ucraina

Le autorità ucraine hanno accusato Butyagin di aver condotto scavi non autorizzati in un sito archeologico greco antico a Myrmekion, situato nella Crimea occupata, a partire dal 2014. Queste azioni, secondo le autorità di Kiev, hanno causato danni significativi al patrimonio culturale, con stime che superano i 200 milioni di hryvnias, equivalenti a circa 4,73 milioni di dollari.

Reazioni del Cremlino

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha descritto l’arresto come una manifestazione di tyrannia legale e ha promesso che i diplomatici russi faranno di tutto per ottenere la liberazione di Butyagin. Inoltre, Peskov ha esortato i cittadini russi a evitare di recarsi in Polonia, affermando che potrebbero trovarsi di fronte a una situazione di completa illegalità.

Visita dei diplomatici russi

Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, ha confermato che i diplomatici russi hanno già visitato Butyagin in carcere e che il suo legale intende presentare un ricorso contro la decisione del tribunale polacco, considerata dagli stessi russi come assurda.

Il contesto geopolitico

La Crimea è stata annessa dalla Russia nel 2014, un’azione che ha portato a una serie di conflitti legali e diplomatici tra Mosca e Kiev. L’arresto di Butyagin si inserisce in questo contesto teso, dove ogni movimento relativo al patrimonio culturale è scrutinato con attenzione e può avere ripercussioni significative.

L’archeologo, che ha dedicato gran parte della sua carriera alla ricerca e alla conservazione dei siti archeologici, ha dichiarato di essere sorpreso dalle accuse mosse contro di lui e ha ribadito il suo impegno nella tutela del patrimonio culturale. L’attenzione verso la sua vicenda potrebbe aumentare, data la crescente tensione tra i due paesi e le implicazioni legali che ne derivano.

In conclusione, l’arresto di Alexander Butyagin rappresenta non solo un caso individuale, ma è emblematico delle fratture geopolitiche che caratterizzano la regione. Le autorità russe stanno già preparando una risposta diplomatica, mentre il futuro dell’archeologo rimane incerto in un contesto di crescente conflitto.