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**Arte: è morto Arturo Schwarz, il grande studioso e collezionista dei Surrealisti**

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Milano, 23 giu. - (Adnkronos) - Lo storico dell'arte e collezionista Arturo Schwarz, nel 1946 tra i fondatori della IV Internazionale trotskista in Egitto, studioso delle avanguardie artistiche novecentesche e in particolare del Dadaismo e del Surrealismo, ma anche poeta ed editore, è mo...

Milano, 23 giu. – (Adnkronos) – Lo storico dell'arte e collezionista Arturo Schwarz, nel 1946 tra i fondatori della IV Internazionale trotskista in Egitto, studioso delle avanguardie artistiche novecentesche e in particolare del Dadaismo e del Surrealismo, ma anche poeta ed editore, è morto all'età di 97 anni. Nel 1997 donò circa cinquecento opere, quasi un museo, allo Stato italiano, andando completare sezioni fondamentali della Galleria nazionale d'Arte moderna e contemporanea (ggnam) di Roma. fra gli autori: Marcel Duchamp (80 opere), Man Ray (40 opere), René Magritte, Andrè Breton, Tristan Tzara e Max Ernest.

Noto anche fino al 1962 con lo pseudonimo di Tristan Sauvage, la lettura e la conoscenza di André Breton hanno indirizzato la ricerca di Schwarz sul Surrealismo. E' autore di saggi come "La sposa messa a nudo in Marcel Duchamp anche" (Einaudi), "Il surrealismo. Ieri e oggi" (Skira), "Dada e Surrealismo riscoperti" (Skira), "Man Ray" (Giunti), "Breton e Trotsky. Storia di un'amicizia" (Massari), "L'avventura surrealista. Amore e rivoluzione, anche" (Massari), "Almanacco Dada" (Feltrinelli). Autore del libro autobiografico "Sono ebreo, anche. Riflessioni di un ateo anarchico" (Garzanti, 2007), Schwarz si è dedicato molto all'indagine sul pensiero alchemico ("L'immaginazione alchemica ancora", Moretti & Vitale; "Introduzione all'alchimia indiana" Laterza; "L'immaginazione alchemica", La Salamandra). Ha divulgato, anche attraverso la sua galleria milanese (1954-75), le opere di Marcel Duchamp (a cui dedicò la prima mostra italiana), Francis Picabia e Man Ray.

Come Tristan Sauvage ha pubblicato, tra l'altro, "Avant que le coq ne chante" (1951) e "Pittura italiana del dopoguerra" (1957).