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“Un risultato storico”: nuovo contratto firmato con aumenti e arretrati fino a 1.948 euro

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Aumenti con il nuovo contratto: intesa raggiunta con anticipazione delle risorse 2025-2027, tutte le novità.

Oggi, mercoledì 5 novembre, è stato siglato un importante rinnovo contrattuale che segna un momento senza precedenti per migliaia di dipendenti. Il ministro competente ha definito l’accordoun risultato storico: per la prima volta garantiamo continuità contrattuale e ci sono tutte le premesse per chiudere presto anche il prossimo ciclo contrattuale”. Dopo anni di blocco salariale, il nuovo contratto introduce aumenti concreti e la prospettiva di ulteriori incrementi futuri, con significativi arretrati già calcolati e destinati ad essere corrisposti rapidamente.

Sindacati divisi ma garantita la continuità contrattuale

Cinque sindacati su sei hanno firmato l’accordo (Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Gilda, Snals e Anief), mentre la Flc Cgil, come riportato sul sito ufficiale, si è astenuta, ritenendo gli aumenti insufficienti rispetto all’inflazione. La dichiarazione congiunta firmata all’Aran assicura inoltre che le risorse del triennio 2025-2027 saranno anticipate, garantendo continuità e certezza per il personale.

Aumenti di 150 e 110 euro e arretrati fino a 1.948 euro, firmato il nuovo contratto

Dopo anni di blocco salariale, dal 2009 al 2018, il rinnovo introduce aumenti concreti: 150 euro mensili medi per i docenti e 110 euro per il personale Ata. Con la futura sottoscrizione del contratto 2025-2027, gli incrementi complessivi potrebbero arrivare a 416 euro lordi mensili per gli insegnanti e 303 euro per gli Ata, comprese le spettanze arretrate.

La firma del contratto è stata possibile grazie a una gestione oculata delle risorse ministeriali, con 240 milioni di euro destinati anche a una ‘una tantum’ per docenti e Ata. Gli arretrati per il triennio 2022-2024 ammontano a 1.948 euro per i docenti e 1.427 euro per il personale Ata, che, sommati a quelli del 2025-2027, supereranno rispettivamente 2.500 e 1.830 euro.

Ulteriori benefici derivano dalla legge di bilancio, che prevede 170 milioni per la detassazione del salario accessorio, incrementi fino a 850 euro annui grazie al taglio del cuneo fiscale e un aumento del bonus mensile per le lavoratrici madri a 60 euro.