Beppe Grillo rivela le “5 stelle polari” del Movimento Cinquestelle: quali sono?

Beppe Grillo rivela le “5 stelle polari” del Movimento, anzi, visto il delicatissimo momento, le rammenta ai due contendenti: il ministro ed il presidente

Un po’ ufficiale di rotta un po’ Branko, Beppe Grillo interviene sul suo blog e rivela le “5 stelle polari” del Movimento Cinquestelle.

Il fondatore del movimento si è mosso dopo le dimissioni di Luigi Di Maio dal comitato di garanzia e al culmine della querelle con Giuseppe Conte dopo la frattura sulla linea del Quirinale fra le due anime del M5S. 

Grillo e le 5 stelle polari: un ripassino sulla rotta da tenere e la nuova “anagrafica” del M5S

Ha spiegato Grillo che parte dagli esordi e dallo spirito originario del movimento: “Questa nostra rivoluzione democratica è oggi chiamata a passare dai suoi ardori giovanili alla sua maturità, senza rinnegare le sue radici ma individuando percorsi più strutturati per realizzarne il disegno.

La nostra visione del mondo è sempre la stessa”. Insomma: Ha ragione Di Maio ma Conte può stare tranquillo.

Lo strappo di Di Maio e l’addio al comitato di Garanzia dei Cinquestelle

L’intervento di Grillo è successivo di poche ore alla lettera-annuncio di Di Maio che di fatto certifica una frattura al limite dell’insanabile con i contiani. E attenzione, il Comitato di Garanzia del Movimento Cinquestelle è esattamente il luogo dove lo scontro fra i due ha trovato la sua massa critica.

Perché? Perché è il luogo di significazione della pluralità delle istanze di un movimento accusato molte volte di avercela solo di facciata. Perciò Grillo ha dovuto mettere i panni del padre nobile fondatore ed ha ricordato le cinque stelle polari che dovrebbero guidare il percorso del Movimento. 

Le cinque stelle polari: ecco la “costellazione” che da sempre guida la creatura di Grillo

Quali sono? La leggerezza, a simbolo dell’economia circolare, la rapidità, totem contro la burocrazia, l’esattezza, per incarnare regole certe, poi la visibilità come trasparenza e la più adatta alla bisogna, la molteplicità, che è icona di democrazia partecipata ma anche di pluralità di istanze.

Il guaio è che da mesi ormai questa pluralità è sintomatica più di guerra fra bande che di dialettica, e la goccia che aveva fatto traboccare il vaso nella bolgia sul Colle era stata il tentativo di Di Maio di chiudere un accordo per spedire Elisabetta Belloni al Quirinale.